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Arcelor Mittal, dopo Genova anche a Taranto reintegrato un delegato Fiom

A rischio licenziamento solo perché stava svolgendo attività sindacale nel reparto dove il 21 ottobre c'è stato un incidente

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Genova. Dopo la vittoria ottenuta ieri a Genova con il ritiro del licenziamento dell’operaio e membro del comitato direttivo della Fiom, Luigi Guadagno (e al ritiro delle lettere di sospensione dal lavoro a 250 operai a causa dei blocchi), un altro importante risultato è stato ottenuto dal sindacato dei metalmeccanici della Cgil a Taranto.

Il provvedimento disciplinare nei confronti del delegato Fiom Cgil a Taranto, Giuseppe D’Ambrosio, è stato revocato e trasformato in 3 giorni di sospensione con diffida a reiterare il comportamento contestato. I fatti risalgono al 21 ottobre quando nel reparto DBS/2 (Deposito Bramme) un carroponte posizionò una bramma media n un box in cui erano invece depositate bramme corte. Nessun ferito, fortunatamente, e solo lievi danni su una lamiera del capannone.

Ma le sanzioni comminate da Arcelor Mittal sono state ancora una volta pesantissime. Licenziamento per l’operaio a cui è stata imputata la manovra sbagliata e una connotazione disciplinare al delegato Fiom che secondo l’azienda facendo attività sindacale nel reparto avrebbe disturbato il lavoratore inducendolo all’errore che ha provocato l’incidente. La Fiom che sostiene la completa estraneità dell’operaio (“C’è stato un problema nella lettura delle fotocellule perché l”operazione è automatica” spiega il coordinatore rsu Fiom di Taranto Francesco Brigati) lo difenderà tramite il proprio ufficio legale nel procedimento in Tribunale. Nel frattempo il sindacato è riuscito a dimostrare l’assenza di responsabilità del proprio delegato.

“In questi giorni la Fiom Cgil di Taranto – spiega il sindacato in una nota – ha ricostruito quanto avvenuto il 21 ottobre nel reparto DBS/2, attraverso un minuzioso lavoro che ha indotto l’azienda, anche a seguito di un’ispezione dello Spesal, ad entrare in contraddizione su quanto inizialmente contestato tanto da modificare la pratica operativa e conseguentemente il Documento di Valutazione del Rischio”.

“Da sottolineare – dice la Fiom- che la revisione della pratica operativa, imposta da una precisa prescrizione dello Spesal e discussa per 2 giorni con gli rls, accogliendo le numerose osservazioni degli stessi, non solo chiarisce in maniera univoca le operazioni ma fa venir meno una serie di attivita’ prima consentite ma che non erano ne’ codificate ne’ opportunamente valutate, cosi’ come nel caso del lavoratore che quel giorno operava come rimpiazzo”.”Sin dall’inizio – afferma Fiom – abbiamo sostenuto la totale estraneita’ sia dell’operatore, licenziato ingiustamente, che del nostro rsu, responsabile, secondo l’azienda, semplicemente per aver svolto il suo ruolo di rappresentante dei lavoratori”.

 

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