Genova. Sui pannelli che oscurano le vetrate in via Della Maddalena c’è scritto “punto vendita ricariche”, ma all’interno del centro Overplus – una catena attiva anche nell’ambito delle scommesse, come si evince anche dal logo, un calciatore – si intravedono banconi e monitor appesi al soffitto come, appunto, in un centro scommesse. Un tipo di esercizio che, in base all’ordinanza ideata dagli assessorati al Commercio di Comune e Regione nell’estate del 2018, non dovrebbe essere permesso nelle vie del centro storico di Genova.
E allora come è possibile – si chiedono gli esercenti e gli abitanti di via Della Maddalena – che al 90 rosso della stessa via stia per aprire questa nuova attività? La domanda è stata rivolta, con decine di email, all’assessorato al Commercio del Comune e alla polizia locale che dovrebbe vigilare sull’applicazione delle norme. Probabile che il centro Overplus sia classificato come “centro servizi” e che quindi, tecnicamente, l’apertura sia regolare. Ma ai cittadini non basta.
“Ecco cosa sembra che accadrà in una delle vie più fragili – denunciano dalla Rete Centro Storico Genova, un soggetto che riunisce diverse anime attive nella città vecchia – siamo arrivati al paradosso, oggi alla Maddalena si sta toccando il fondo. Una nuova attività legata alle scommesse sportive sta per aprire sotto gli occhi di residenti ed esercenti sempre più stremati”. Un tempo, al posto del centro Overplus c’era un negozio di vestiti usati, ancora prima un circolo che aveva provocato non pochi problemi a causa dell’alto volume della musica e non solo.
“Non sono sufficienti le attività illecite, i bar protetti dalla malavita, le saracinesche abbassate di chi non ha avuto aiuti concreti, il ritorno pericoloso dell’abitabilità dei bassi, lo stato d’insicurezza urlato dai residenti – continua l’appello – un’attività che porterà ulteriore degrado effettivamente ci mancava. Oggi, si può dichiarare apertamente che su questo quartiere l’attuale giunta, se aveva scommesso, ha fallito”.
La Rete Centro Storico chiede che un’immediata revoca dei permessi alla nuova attività. “Si apra al più presto un serio confronto sulle evidenti emergenze che favorisca il necessario processo di partecipazione del territorio, perché qui ora si rischia davvero grosso – dice Luca Curtaz, consigliere di Linea Condivisa in municipio Centro Est e voce della Rete Centro Storico – servirebbe davvero una sorta di carta etica da condividere con i proprietari dei locali perché evitassero di affittare ad attività degradanti oppure, al contrario, come avvenuto con i patti d’area a Pré, incentivare con sgravi chi alloca a realtà virtuose”.