Genova. Sono iniziati oggi dal liceo Deledda di via Bertani i tamponi rapidi nelle scuole genovesi, attività organizzata dalla Asl 3 che andrà avanti per tutto l’anno scolastico al ritmo di circa 400 alunni testati ogni giorno.
Lo scopo è capire dove si è diffuso il coronavirus e avviare azioni tempestive per fermare il contagio, ma ci sarà un ordine di priorità: dopo i 750 ragazzi del linguistico (chiuso per tre giorni la settimana scorsa dopo che uno studente era risultato positivo) toccherà alle scuole del centro storico, dove si registra la più alta incidenza di contagi a Genova, e quindi agli altri istituti della città metropolitana. Ma con criteri ben definiti.
“Di certo non ci muoveremo al primo caso di positività, altrimenti sarà impossibile organizzarci – spiega Luigi Canepa, direttore dei consultori della Asl 3 – ma seguiremo il criterio del Covid alarm. Quando noteremo una forte percentuale di assenze scolastiche ingiustificate, superiori al 25-30% degli studenti, andremo a eseguire i test. Oppure, quando avremo una serie localizzata di scuole dove si registrano casi, interverremo anche dove ci fosse un solo positivo, in modo da limitare il cluster zonale”.
La platea potenziale è di circa 70mila studenti e 15mila docenti su tutto il territorio della Asl 3, che copre la provincia di Genova eccetto il Tigullio e il relativo entroterra. Non è detto però che tutti quanti prima o poi facciano il tampone. “Dopo aver eseguito lo screening su una scuola ci sarà un periodo refrattario di 15 giorni, altrimenti rischieremmo di testare la stessa scuola dieci volte in un mese e sarebbe un dispendio di energie esagerato che nessuna struttura può reggere – aggiunge Canepa -. Poi, se una volta esauriti gli interventi prioritari resteranno istituti senza contagi faremo anche quelli, ma non credo che succederà”.
Al Deledda è entrata in azione la prima squadra composta da un medico, un infermiere e un operatore socio-sanitario. Gli specialisti sono arrivati intorno alle 9 per poi andare classe per classe a sottoporre gli studenti al tampone. Il test è su base volontaria e per i minorenni il consenso deve essere dato dai genitori. Nelle scorse ore la Asl ha già inviato i moduli alle famiglie in maniera da essere pronti con le autorizzazioni necessarie quando partirà lo screening nelle altre scuole.
“Con una squadra riusciamo a fare 100-150 tamponi al giorno – precisa Luigi Bottaro, direttore generale della Asl 3 – ma dalla prossima settimana ne avremo altre due, quindi credo disturberemo il Deledda ancora per due-tre giorni. E’ un’azione di screening che deve essere tranquilla, non vogliamo spaventare le famiglie, anzi speriamo ci sia il piacere di incontrarci. Lo scopo è individuare possibili soggetti positivi asintomatici, altrimenti è un’azione che non avrebbe senso intraprendere”.
Come funziona
“Il nome test rapido riflette la modalità di esecuzione – spiega Bottaro -. Si tratta di un piccolo tampone inserito in una narice e rigirato alcune volte per permettere un contatto diretto col muco”. Il risultato arriva in un arco temporale compreso tra 8 e 15 minuti, a differenza del tampone vero e proprio che va da un’ora e mezza a 5-6 ore. “E’ del tutto simile a un test di gravidanza in cui la barretta rossa ci dice se il test è positivo o negativo”.
In questo caso, più precisamente, l’esito può essere negativo oppure non negativo: nella seconda ipotesi scatta in automatico il tampone molecolare, eseguito direttamente a scuola, che può confermare o meno la positività al virus. “Se questo accade, e purtroppo in qualche caso accadrà – prosegue Bottaro – scatteranno tutte le azioni di prevenzione previste dal percorso che ormai è ben definito, a cominciare dalla quarantena per gli adulti”.