C’era grande attesa nel mondo dello sport per la decisione del governo in merito ad una possibile interruzione dell’attività per l’emergenza sanitaria legata alla crescita dei contagi da Covid-19. La stretta relativa allo sport è stata limitata alla base e all’ambito provinciale.
“Sì all’attività sportiva e motoria all’aperto, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza. Stop agli sport da contatto, anche dilettantistici. L’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale. Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dal Comitato italiano paralimpico (Cip)“. Questo recita il testo del decreto firmato poco fa.
Secondo l’interpretazione, per ogni disciplina sportiva, pertanto, occorre valutare qual è l’ambito territoriale del Comitato che la organizza: se nazionale, regionale o provinciale/territoriale.
Ad esempio, per quanto riguarda il calcio, quindi, dovrebbero proseguire Serie D, Eccellenza, Promozione e Prima Categoria. Si fermano Seconda Categoria e Terza Categoria. Nella pallavolo potranno partire i campionati nazionali, Serie C e Serie D. Nel basket potranno iniziare i campionati regionali.
Lo stesso, di conseguenza, dovrebbe valere per i campionati giovanili: quelli organizzati in ambito nazionale e regionale potranno iniziare.
In merito a palestre e piscine è arrivato un ultimatum: sette giorni per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. “In questo modo non le chiuderemo – ha spiegato il premier Conte -. Altrimenti saremo costretti a sospendere le attività”.