Genova. Slittano i tempi della perizia nell’ambito dell’incidente probatorio nel processo sul crollo di ponte Morandi, e questo significa che per il processo vero e proprio bisognerà attendere un mese e mezzo in più, oltre al tempo già trascorso dal 14 agosto 2018. Una notizia, quella arrivata ieri dalla procura di Genova, che ha fatto perdere la pazienza a Egle Possetti, che a nome del comitato Ricordo vittime ponte Morandi dice: “Ora basta!”
“La misura orami è colma, i tempi tecnici necessari sono stati ampiamente superati, le complesse indagini, anche con il prolungamento Covid, dovrebbero essere terminate. Cosa devono ancora vedere alcuni CTP dei trefoli del reperto 132? Sarebbe interessante capire cosa possa essere ancora ignoto, o forse è tutto troppo chiaro ed alcuni CTP cercano di fare tecnicamente “melina”?
Per noi sono tecnicamente chiari i motivi del crollo del ponte, e quindi siamo stufi di sentire messaggi che travisano la realtà gettando fanghiglia sul terreno, adducendo come motivazioni del crollo cariche esplosive, bobine, meteoriti, ufo, e così via. Siamo molto perplessi che possano ancora esserci “incertezze” fra alcuni dei professionisti in campo.
Non vorremmo che nelle “panzane” in preparazione magari emergesse anche un “suicidio di massa di 43 persone”, la fantasia è sempre molto vivida ma purtroppo come ben sappiamo in molti casi la dignità è veramente poca. Auguriamo ancora buon lavoro a tutti, ma i nostri morti hanno bisogno di celere verità. Il potere, di norma come avvenuto in altre stragi, cerca di ritardare, sviare, oscurare, coprire, fuggire ma la verità è solare ed ancora una volta tenteremo con tutta la nostra forza di farla emergere dal limbo, forte come una colonna di un vulcano affinché nessuno possa dire di non averla vista. Noi siamo qui in attesa e pronti”.