Genova. Il calcio mercato è come il “Gran bazar” (Kapalıçarşı in turco) di Istanbul… le occasioni non mancano mai.
Scaduto il termine per acquistare e vendere giocatori fra società diverse, permane la possibilità di ingaggiare chi è giunto alla scadenza naturale del contratto, come pure chi ha volontariamente rescisso… e soprattutto in tempi di restrizioni economiche, le possibilità di fare affari, sono ghiotte ed enormi.
Le lacune, in rosa Sampdoria, sono note: i due terzini di riserva ed un centravanti di peso, in grado di fare da terminale offensivo, in alternativa a capitan Quagliarella.
E così, sui media, corrono due nomi in grado di far sognare i tifosi blucerchiati: quello già sbandierato nei giorni scorsi (Kwadwo Asamoah) ed uno nuovo (Mario Mandžukić), entrambi freschi di rescissione, rispettivamente con l’Inter e con i qatarioti dell’Al-Duhail.
Il ghanese, “sponsorizzato” da Candreva, ha un curriculum di tutto rispetto (74 presenze in Nazionale e 270 partite in Serie A, fra Udinese, Juventus ed Inter) e porterebbe sulla fascia sinistra quella personalità che manca dai tempi di Hans-Peter Briegel, mentre il croato ha un palmarès che pochi giocatori vantano… Un vincente in patria (Dinamo Zagabria), in Germania (Bayern Monaco), in Spagna (Atletico Madrid), in Italia (Juventus). Vanta, inoltre, 89 presenze con la Nazionale “a scacchi bianco rossi”, con cui si è fregiato del titolo di vice campione del mondo a Russia 2018.
Due ingaggi così, sommati a quelli di Candreva, Adrien Silva e Keita ed alla permanenza in rosa dei “vecchi” Quagliarella, Ramírez, Colley, Gabbiadini, Yoshida, Ekdal, Bereszyński (quest’ultimo, ancorché ultimamente criticato, è pur sempre un nazionale polacco), consentirebbero a Ranieri di vestire i panni di Eraldo Monzeglio, il mister che nel 1960/61, con una “banda di terribili vecchietti”, ha portato il Doria al 4° posto in classifica, ad onta della vendita di Bruno Mora nel mercato invernale…
Era la Sampdoria di Rosin, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Mora, Ocwirk, Brighenti, Skoglund, Cucchiaroni… un “dream team”.
|
|