Genova. C’è anche il nome di Francesca Corso, genovese di 28 anni, nella lista di chi aspira a un posto nella giunta bis di Giovanni Toti. È lei una delle donne candidate a completare la squadra di governo che vede la prima “quota rosa” saldamente nelle mani di Ilaria Cavo, assessore uscente e regina delle preferenze a Genova, mentre la seconda toccherà quasi certamente alla Lega, pressoché sicura di conservare le sue tre pedine al fianco del governatore rieletto.
A venti giorni dall’esito del voto molti giochi sembrano ormai fatti. Eppure per la chiusura del cerchio bisognerà attendere ancora. Il prossimo incontro tra i vertici della coalizione è convocato per venerdì in piazza De Ferrari. Al tavolo dovrebbero esserci tutti: Edoardo Rixi per la Lega, Matteo Rosso per Fratelli d’Italia, Carlo Bagnasco per Fratelli d’Italia. E ovviamente Giovanni Toti che dovrà scegliere la compagine su misura per i prossimi cinque anni, senza però lasciare nessuno a bocca asciutta. La prossima settimana, poi, dovrebbero convergere a Genova anche i leader nazionali Matteo Salvini, Antonio Tajani, Giorgia Meloni (e forse Maurizio Lupi). Una data possibile è quella del 19 ottobre, ma per ora non arrivano conferme.
Alcuni nomi sono più che blindati. Anzitutto Ilaria Cavo, Giacomo Giampedrone, Marco Scajola per quanto riguarda i totiani in senso stretto. Probabile una redistribuzione delle deleghe rispetto allo scorso ciclo, ma intanto la protezione civile è già stata assegnata – per ora a titolo gratuito – al fidatissimo ex sindaco di Ameglia che si sta già occupando dell’ultima ondata di maltempo. Poi c’è Andrea Benveduti, considerato una sorta di alter ego di Rixi, che avrà anche la vicepresidenza. Piuttosto scontata la riconferma di Gianni Berrino, il più votato in Liguria per Fratelli d’Italia.
Da riempire restano due caselle, entrambe in quota Carroccio. Una se la giocano Alessandro Piana (primo eletto a Imperia, ex presidente del consiglio regionale), Sandro Garibaldi (ex vicesindaco di Chiavari, secondo nella circoscrizione di Genova) e Stefano Mai (assessore uscente, titolare del secondo seggio a Savona). L’altra dovrà spettare giocoforza a una donna visto che, per garantire un minimo di rappresentanza di genere, in giunta dovranno essercene (almeno) due su un totale di sette assessori.
E qui entra in gioco il profilo di Francesca Corso, arrivata quarta a Genova a soli 300 voti dalla vicepresidente uscente Sonia Viale. Classe 1992, studentessa di scienze internazionali, consigliera comunale a Tursi e presidente della commissione pari opportunità, negli ultimi cinque anni è stata l’assistente di Alessandro Piana. Molto ben vista dal segretario Rixi, potrebbe portare una ventata d’aria fresca e assumere deleghe come lo sport e le politiche giovanili che Ilaria Cavo lascerebbe in cambio di incarichi di maggior rilievo.
Ma non è l’unica pretendente. In lizza c’è ad esempio Mabel Riolfo, arrivata seconda nella circoscrizione di Imperia, avvocata e assessore ai servizi sociali del Comune di Ventimiglia. Un profilo simile a quello della genovese Corso può vantarlo Giulia Giorgi, 25enne assessore della giunta Peracchini alla Spezia. E meno giovane, ma più temprata per un ruolo amministrativo, è la savonese Maria Zunato, prima dei non eletti nella propria circoscrizione.
Il tutto, ovviamente, al netto di stravolgimenti dell’ultima ora sulle poltrone da assegnare. Forza Italia, infatti, continua a spingere per vedersi riconosciuto un ruolo. “È un discorso di prospettiva politica più che di posti”, commenta Bagnasco ricordando che cinque anni fa col 3% Fratelli d’Italia ottenne un assessore, e perciò risulterebbe discutibile escludere oggi gli azzurri che hanno racimolato quasi il 6%. La Lega, però, non sembra disposta a rinunciare alla terza pedina, e men che meno Toti vorrebbe sacrificare uno dei suoi pupilli.
In palio ci sono ancora il ruolo di segretario dell’ufficio di presidenza (lo era Claudio Muzio nella scorsa legislatura), la presidenza dell’agenzia InLiguria ed eventualmente i due “sottosegretari” di cui il governatore sta valutando l’istituzione. E anche per la presidenza del consiglio qualche incertezza rimane: la Lega la reclama per sé (in pole position uno dei due Piana), ma anche Fratelli d’Italia la gradirebbe (e qui si parla dell’ex vicesindaco di Genova Stefano Balleari). Il tempo non è più tantissimo ma dall’entourage di Toti ripetono che non c’è alcuna fretta. Anche perché al momento ci sono altre priorità.
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