Genova. “In Liguria non vediamo l’ora di cominciare a lavorare. Siamo già al lavoro in Veneto, nelle Marche, siamo al lavoro dove siamo all’opposizione. Speriamo si faccia in fretta anche in Liguria e che il governatore Toti, come i suoi colleghi in tutta Italia, ascolti, capisca, concluda e cominci”.
Sarà sicuramente un caso che Matteo Salvini si sia presentato a Genova questa domenica sera sfoggiando un maglione arancione, quello che ormai è il colore bandiera di Giovanni Toti e della sua lista civica destinata a dominare la vita politica in Regione nei prossimi cinque anni. Come a rimarcare che adesso non ci sono gelosie di sorta, e anzi, le insegne del capitano (che in questo caso non è lui) sono quelle di tutta la squadra. Dall’altra parte, però, un invito che suona piuttosto deciso: basta tentennamenti e ritardi sulla nuova giunta, è ora di partire.
Il segretario della Lega è arrivato a Corte Lambruschini senza preavviso (la sala era prenotata, ma l’invito ai media è arrivato un’ora prima) per incontrare Edoardo Rixi e gli eletti del partito a Genova e in Liguria. “Non parliamo di giunta, vogliamo solo fare il punto sui progetti futuri, a cominciare dal centro storico”, assicurano in sala. “Non entro nel merito delle scelte locali”, commenta Salvini che però spinge per un’accelerata nelle trattative.
Nessuna lite all’interno della maggioranza, assicura Rixi, gettando acqua sul fuoco dopo il duello a distanza dei scorsi giorni con Fratelli d’Italia. Alla fine sarà Toti a sacrificare qualcosa per soddisfare le pretese di tutti. “Tutti hanno diritto a rivendicare, poi il presidente fa la sintesi, spetta a chi governa mettere le persone giuste al posto giusto”.
Ma poi dal deputato leghista arriva una precisazione che mette a rischio l’ultima ipotesi di intesa: “Il tema è come equilibrare giunta e consiglio, perché è evidente che chi ha la presidenza della Regione difficilmente può avere la presidenza del consiglio”. Quindi il Carroccio rivendica quella carica? “Noi non rivendichiamo nulla, chiediamo un sistema equilibrato che possa funzionare per altri cinque anni, questo è il tema”, replica Rixi.
L’escamotage per dare due assessori a Fratelli d’Italia sarebbe stato rinunciare a uno dei tre “arancioni” già blindati – il nome più plausibile era quello di Ilaria Cavo – e spostarlo sulla presidenza del consiglio. Che però la Lega non vorrebbe in mano alla lista di Toti, come suggeriscono le parole di Rixi. Una terza via, allora, vedrebbe un esponente di Fratelli d’Italia a capo dell’assemblea legislativa (si pensa a Balleari) con un solo assessore in giunta (Berrino). Dubbi che andranno sciolti lunedì, quando è stato convocato il nuovo incontro tra i partiti della maggioranza.
Da Genova, poi, Salvini manda nuove bordate al premier Conte: “Ci rifiutiamo di pensare a una nuova chiusura generalizzata, sarebbe la morte di questo Paese. Il rimedio rischia di fare più danni del danno che deve riparare – attacca -. I lockdown non si annunciano, ma se servono si fanno. La politica degli annunci è devastante. Mi domando cosa abbia fatto il governo negli ultimi sei mesi per prevenire e limitare la seconda ondata. Torniamo a febbraio-marzo con l’Italia che attende le dichiarazioni in diretta tv per capire chi va a scuola e chi resta a casa, chi è fortunato e chi è sfortunato”.