Genova. “Il racconto della vita di un artista straordinario che non cessa di stupire con la sua opera”, Elena Capretti una dei curatori insieme a Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, definisce così la mostra “Michelangelo divino artista” aperta a Palazzo Ducale da domani, 21 ottobre, al 14 febbraio 2020 (da martedì a domenica, ore 10-19 lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso intero 12 euro).
130 opere, di cui 60 di Michelangelo Buonarroti stesso, che ripercorrono l’uomo oltre che l’artista: pittore, scultore architetto e poeta, Michelangelo ha vissuto a lungo, 89 anni «attraversando generazioni – dice Capretti – e un periodo, quello tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, ricco di rivolgimenti politici, storici e spirituali che ha vissuto in prima persona, riflettendo questi eventi nella sua opera. Questa mostra è un’eccellenza irripetibile, una sistesi straordinaria delle inquietudini che stava vivendo dentro di sé”. Il racconto biografico è costellato da altre opere che rappresentano i suoi incontri fondamentali: da Lorenzo Il Magnifico, colui che lo prese sotto la propria ala da ragazzo per la sua formazione, sino ai vari pontefici: Giulio II lo condusse a Roma per commissionargli la Volta Sistina e poi la tomba. Senza dimenticare Pier Soderini e la Repubblica di Firenze e i papi Medici.
Principale prestatore della mostra è “Casa Buonarroti“. Alessandro Cecchi spiega: “Si tratta di una realtà che è specchio della grande storia e tradizione della famiglia nobile di Michelangelo. Emerge quanto lui fosse orgoglioso di essere un nobile fiorentino, nonostante la famiglia fosse decaduta, perché i Buonarroti rifioriscono grazie a lui. I discendenti si concludono sino a Cosimo che muore nel 1858 e lascia alla collettività il palazzo e tutto ciò che contiene: sculture giovanili come la Madonna della Scala, che è in mostra e che ha scolpito poco più che quindicenne”. In casa Buonarroti sono ospitati circa 200 disegni, in gran parte architettonici, in parte visibili qui a Genova, ma anche una Cleopatra e altri disegni che Michelangelo donava agli amici. Inoltre dall’archivio Buonarroti arrivano anche opere, documenti che permettono di ricostruire la sua vita tra lettere, sonetti, poesie. “Questa mostra – evidenzia Cecchi – è uno spaccato mai fatto sulla figura e sull’opera di Michelangelo. Un progetto che fa luce sull’artista e sull’uomo. Qui si possono anche vedere i fogli che testimoniano la sua attività di ingegnere militare quando era stato chiamato dalla Repubblica alla difesa della libertà fiorentina”.
La curatrice principale Cristina Acidini racconta: “Questa è una mostra di taglio narrativo. Quella di Michelangelo è una vita segnata da incontri eccezionali, con un re che lo prega di tornare al suo servizio e lui declina. Con Genova ha avuto un mancato incontro: quando ricevette l’incarico per il Giudizio universale ebbe un sobbalzo di rifiuto. Voleva scolpire tomba Giulio II ed essere lasciato in pace. Fantasticò di fuggire a Genova. Paolo III si impose e questo incontro non si realizzò”.
Tra le opere di maggior rilievo in esposizione anche “Il dio fluviale” e il “Cristo Giustiniani“.
Il percorso espositivo è diviso in dieci parti: Le origini, la famiglia; A Firenze: i Medici e il Giardino di San Marco; Da Bologna a Roma: dalla fuga alla fama; La Repubblica fiorentina e il gonfaloniere Soderini; Al servizio di Giulio II; Fra Roma e Firenze per i papi Medici: Leone X e Clemente VII; l’assedio nell’ultima Repubblica; Dalla famiglia fiorentina agli amici romani; Trent’anni al servizio dei papi; I Medici e il mito dopo la morte.
La mostra di Michelangelo, che è stata realizzata in collaborazione con MetaMorfosi Associazione Culturale, non è ospitata solo da Palazzo Ducale di Genova, come spiega il direttore di Palazzo Ducale Serena Bertolucci: “Ringraziamo i musei civici genovesi, ma anche altre realtà della Liguria che partecipano a quella che non è una grande mostra, ma una mostra grande”.
A Palazzo Bianco sino al 14 febbraio la mostra “Il Cinquecento fiorentino a Palazzo Bianco”. Una selezione di opere cinquecentesche di scuola toscana di proprietà civica. Inoltre dal 21 ottobre è possibile visitare la basilica delle Vigne attraverso luoghi mai aperti al pubblico, grazie al progetto dell’impresa culturale Kalata. Il percorso diffuso comprende anche Villa del Principe con alcune opere diretta ispirazione dall’arte di Michelangelo. Tra dicembre e gennaio al cimitero di Staglieno “Suggestioni michelangiolesche”. Da novembre 2020 a gennaio 2021 alla Cattedrale di San Lorenzo, alla Basilica di Carignano e a Villa Giustiniani Cambiaso “Genova tra anni Quaranta e Sessanta del Cinquecento: architetture e figure, Galeazzo Alessi, Luca Cambiaso e la lezione di Michelangelo” (in collaborazione con l’Università di Genova). Alla Wolfsoniana di Nervi “Dar corpo al corpo. Motivi iconografici del Novecento nella collezione Wolfson” (14 novembre – 5 aprile) in vengono mostrate opere di molti artisti del Novecento italiano ispirate alla scultura e alla grafica di Michelangelo. Due le mostre in provincia di Savona: “Intorno a Michelangelo: i tesori rinascimentali di Albissola e Savona in dialogo con la scultura contemporanea di Andrea Salvatori” è ospitata sino al 24 gennaio ad Albissola Marina e a Savona. Una mostra diffusa al Muda di Albissola Marina (casa Museo Jorn, centro esposizioni, lavanderia), nel complesso della Cattedrale di Savona e nel museo d’arte di Palazzo Gavotti, sempre a Savona.
All’Albergo dei Poveri previste diverse iniziative collaterali. Il 5 dicembre una “walking lecture” a cura di Alessandro Ravera in collaborazione con la Fondazione Ordine degli Architetti Ppc di Genova. Al cinema Sivori “Il peccato. Il furore di Michelangelo“, proiezione del film di Andrej Konchalovskij (26 ottobre, 2, 9 e 16 novembre alle 15.30, 18 e 20.30).
“La stagione espositiva autunnale di Palazzo Ducale apre con un appuntamento importante per la città. Un segnale forte, in queste settimane di incertezza, che dimostra ancora una volta quanto Genova creda nella ripartenza e quanto, attraverso la cultura, si possano lanciare segnali positivi, di entusiasmo, di energia e di vitalità – commenta l’assessore comunale alla Cultura Barbara Grosso – Come amministrazione, stiamo lavorando da mesi per mettere in rete tutte le realtà cittadine che fanno cultura. La mostra di Michelangelo, alla quale sono collegate diverse situazioni satellite, tra cui la partecipazione dei musei civici con una mostra parallela a Palazzo Bianco, rappresenta un esempio di questa sintesi”.
“Questa mostra ha un valore particolare – dice il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – anche perché coinvolge il savonese. È una mostra di tutta la Regione”.