Genova. “Ho sentito ancora stamattina sindaci che stanno spalando il fango. Un ministro dell’ambiente che anziché dare risposte attacca i sindaci e attacca i comuni è surreale. Si mettesse gli stivali anche lui e desse una mano agli amministratori locali”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, arrivato in visita al Salone Nautico di Genova, attacca il governo e in particolare Sergio Costa dopo l’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’estremo Ponente della Liguria.
Secondo il ministro dell’ambiente, intervistato dalla Stampa, “i comuni più grandi hanno competenze e risorse per poterli realizzare, ma spesso i comuni piccoli, quelli delle aree interne dove oltretutto si concentra la gran parte delle zone a rischio, non hanno né le competenze né le risorse per accedere a studi esterni”. In altre parole: i soldi ci sono ma i sindaci non li usano.
Frasi che hanno mandato Salvini su tutte le furie: “Il ministro dell’ambiente è ottuso, è un burocrate che neanche in unione sovietica. E’ il primo avversario della tutela dell’ambiente. E’ il tempio della burocrazia, del ritardo, dell’ottusità. A furia di dire ‘non dragare il torrentello, non tagliare l’alberello’ fanno il disastro. In un paese normale sarebbe a fare un altro lavoro, e soprattutto non insulterebbe i sindaci”.
Una giornata genovese che arriva a due settimane esatte dalla vittoria alle regionali e che serve a “fare la pace” con Giovanni Toti dopo le schermaglie a mezzo stampa. “Siamo già al lavoro, abbiamo vinto con 20 punti di distacco”, dice. Non il suo partito, però, che è uscito dalle urne assai ridimensionato. Ma lui sorride: “Son contento che la Lega sia tornata a governare questa splendida terra”.
Dopo il tour tra le barche il pranzo al Mako in corso Italia. Al tavolo si sono seduti Giovanni Toti, Marco Bucci e tutto il gotha regionale della Lega, dai consiglieri regionali eletti a quelli di Tursi, dagli assessori ai parlamentari. E ovviamente il segretario Edoardo Rixi.
I tre posti in giunta per il Carroccio ormai sono cosa fatta e oggi poteva essere la giornata decisiva per suggellare l’accordo. Ma Salvini ribatte: “Oggi sono qua a parlare di economia e, ahimé, non ci saranno alcuni esponenti di Imperia perché a Ventimiglia stanno scavando – ribatte Salvini -. E quindi oggi non chiudiamo niente perché c’è ancora una ferita aperta. Però noi le idee chiare ce le abbiamo”. Alle 14.30 è comunque prevista una conferenza stampa.
Poi si parla delle nuove misure per contenere l’ondata di coronavirus. E Salvini lamenta: “Noi siamo disponibili a lavorare – ha aggiunto – però vediamo troppa confusione, troppi cambi di idee al governo. Apri, chiudi, apri, chiudi. Il calcio sì, il calcio no. Le palestre sì, le palestre no. La mascherina sì, la mascherina no. Decidessero. C’è un governo, deve governare, non deve litigare“. Governo che stasera si riunirà “per smontare i decreti sicurezza. Non penso sia la priorità di questo paese”.
E si arrabbia quando una giornalista gli chiede se non si senta responsabile per il cluster di contagi a Terracina, proprio nel ristorante dove due settimane fa aveva tenuto un comizio. “Quando si è ammalato Zingaretti lei è andata a chiedere a Zingaretti se si sentiva responsabile? Sarebbe stata una domanda bizzarra. Quando c’è di mezzo la salute non si scherza”.