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Gli studenti genovesi diventano volontari: “Costretti alla Dad, aiuteremo chi ha bisogno”

L'iniziativa del collettivo 16cento per portare spesa, medicine o altri aiuti a famiglie e persone in difficoltà

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Genova. Gli studenti genovesi delle superiori, costretti alla didattica a distanza per quattro giorni su cinque a causa delle ultime disposizioni del Governo, decidono di scendere in campo per aiutare le famiglie genovesi in difficoltà.

L’iniziativa nasce dal collettivo studentesco 16cento: “Ormai la maggior parte di noi è in didattica a distanza – spiega Lucia Piccolo – e anche se questo non lo digeriamo, non rimarremo con le mani in mano o in casa, ma porteremo spese, medicine e faremo ripetizioni a chi è rimasto indietro con il programma scolastico“.

Se le restrizioni impongono la didattica a distanza, per gli studenti del collettivo il volontariato si fa in presenza. “La nostra città sta vivendo giorni difficili con l’aumento dei contagi, le corsie piene, le lunghissime code che si creano nelle vie per i test tamponi – spiegano i ragazzi – Vogliamo dimostrare che i giovani ci sono”.

I giovani per organizzare l’attività si appoggeranno ai circoli operai che durante il lockdown di questa primavera hanno portato spese e medicine a centinaia di famiglie dopo aver affisso volantini con i numeri utili da chiamare in tutta la città ma “chiediamo comunque ad associazioni, cooperative di scendere in campo con gli studenti senza paura, ma con coraggio.

Infine l’appello diretto agli studenti:”Mettersi a disposizione del prossimo, aiutare chi non può o non se la sente di uscire di casa, è un gesto importante, anche per noi stessi. Senz’altro è un impegno da cui possiamo imparare tantissimo, un impegno che può farci crescere, un impegno vale mille volte di più di una lezione online. La città ha bisogno di questo impegno… e noi rispondiamo all’appello”.

Per contattare il collettivo e attivarsi nel volontariato occorre scrivere su instagram a @16centoinpiazza, a breve sarà attivato anche un numero di telefono da contattare

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