Terremoto

Giunta Toti, centrodestra nel caos. Fratelli d’Italia vuole due assessori, Lega furiosa: “No a ricatti”

Da Rixi parole di fuoco: "Non ci sono le condizioni per un accordo". E Rosso minaccia: "Pronti a uscire dalla maggioranza"

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Genova. È tornata alle stelle le tensione tra i partiti del centrodestra che hanno sostenuto la ricandidatura di Giovanni Toti alle regionali. Dopo la risoluzione della frattura tra il governatore e Matteo SalviniFratelli d’Italia ha chiarito che pretende due assessori nella futura giunta e la Lega, che in questo modo ne avrebbe solo due, fa saltare il tavolo delle trattative.

Dal segretario Edoardo Rixi arrivano ancora parole di fuoco: “Durante la campagna elettorale abbiamo dovuto subire situazioni poco piacevoli. Non ce l’ho con nessuno, a parte le delusioni personali. Ma a queste condizioni noi non ci stiamo. Ad oggi non ci sono i termini per trovare un accordo. Noi vogliamo il rispetto dei patti che avevamo sottoscritto prima di giugno”. E adesso la strada per chiudere la partita diventa molto più ripida, con la possibilità concreta di un clamoroso strappo in avvio di legislatura.

La guerra delle poltrone, a dire il vero, era già iniziata nella sera della vittoria. La Lega, nonostante il risultato ben poco esaltante rispetto agli auspici, aveva messo subito in chiaro le condizioni: tre assessori, il presidente del consiglio e il vicepresidente della giunta. Quest’ultima carica è l’unica su cui il partito di Salvini sarebbe disposto a fare un passo indietro, tanto che nelle ultime ore è stata offerta come contropartita a Fratelli d’Italia. Che però non sembra intenzionata ad accettare, sia perché la dirigenza non vuole che Gianni Berrino abbia funzioni di rappresentanza sia perché gli interessi sono di tutt’altro tipo.

“Io ho ricevuto un’indicazione molto chiara dalla nostra leader Giorgia Meloni, cioè portare a casa due assessori“, conferma Matteo Rosso, ex consigliere regionale e coordinatore ligure di Fratelli d’Italia. A fare pressioni negli ultimi giorni sarebbe stato anche il numero due del partito, Ignazio La Russa. “Del resto – argomenta Rosso – mi sembra più che normale avere due assessori con l’11% dei voti visto che cinque anni fa ne abbiamo ottenuto uno con il 3%. Non andiamo a rivendicare nient’altro, non ci interessano né la vicepresidenza né le commissioni. È una questione di rispetto”.

Se così non sarà, Fratelli d’Italia minaccia di uscire dalla maggioranza. “Noi eventualmente siamo pronti a dare un appoggio esterno. Non andremo all’opposizione, ma valuteremo caso per caso ogni provvedimento”. E a quel punto nemmeno Berrino, al momento riconfermato assessore, entrerebbe in giunta visto che la destra rinuncerebbe ad ogni carica. “Ma sarebbe un grosso sgarbo del presidente Toti nei confronti di Giorgia Meloni, non vorremmo essere trattati in questo modo proprio in Liguria”.

Noi a questi ricatti non ci stiamo – tuona Rixi – e spero che non ci stia nemmeno il governatore. Sono disponibile a dialogare senza minacce. Agli alleati chiedo correttezza e trasparenza”. Dunque nessun passo indietro, nemmeno di fronte allo spettro di una spaccatura all’interno della coalizione. “Toti ci chiede di scendere a due assessori, noi non siamo d’accordo. Chiediamo semplicemente il rispetto dei patti, ed è quello che chiede anche Salvini. Per noi tutto il discorso è rinviato”.

A pesare sono pure i vecchi compromessi, mai del tutto digeriti, che rischiano di tornare a galla. Rixi – che aveva comunque in sospeso la sentenza per il processo “spese pazze” – rinunciò a candidarsi per lasciare il posto sia a Toti che a Bucci. In cambio la Lega ha sempre avuto la garanzia di mantenere un elevato peso specifico negli scacchieri amministrativi. E di fronte alla possibilità che questo peso oggi venga ridimensionato, il Carroccio ha alzato le barricate.

Non si comprende come le legittime aspettative di Fratelli d’Italia, che ha quadruplicato i suoi voti alle ultime elezioni regionali, possano rappresentare un elemento di tensione nel centrodestra. Tanto meno con la Lega – scrive il coordinamento regionale del partito in una nota diffusa in serata -. Noi lavoriamo per il bene della Liguria”.

A questo punto la gatta da pelare toccherà direttamente a Toti che per venerdì ha già convocato in piazza De Ferrari gli altri referenti della coalizione: Edoardo Rixi per la Lega, Matteo Rosso per Fratelli d’Italia e Carlo Bagnasco per Forza Italia (che in tutto questo rivendica a sua volta un assessore). Sbrogliare la matassa non sarà affatto semplice anche perché, come osservano nell’entourage del presidente, “tutti vogliono tutto”.

È il presidente Toti che deve trovare la quadra – taglia corto Rosso – se la Lega chiede troppo sarà lui a farla ragionare. Mi consenta una metafora, adesso è lui che deve dare le carte”. Gli fa eco Rixi: “Se qualcuno deve mediare, allora medi Giovanni. È lui il leader della coalizione. Vorrei un tavolo politico coi partiti come si faceva una volta, Toti non riesce a fare la sintesi con tutti i partiti”. Tra l’altro non è escluso che alla fine a sacrificarsi possa essere uno dei tre assessori arancioni già blindati (Giampedrone, Cavo e Scajola) in nome del quieto vivere.

Peraltro il risiko coinvolgerà anche il rimpasto a Tursi. E pure qui la Lega inizia a sentir crescere il mal di pancia. “In giunta sono nate forze politiche che prima non esistevano, molti assessori hanno rivendicato l’appartenenza a Cambiamo! – accusa Rixi -. Noi a questo punto prendiamo le distanze da chi dice di essere della Lega e non ha la tessera della Lega”. Con un avvertimento chiaro: “Noi su Genova vogliamo chiarezza, perché non intendiamo arrivare alle comunali in questa maniera”.

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