Genova. Arriva il suono della sirena, è il momento: bisogna solo pensare a mettersi in sicurezza, in attesa dei soccorsi che sono già sulla strada. Questo il senso delle esercitazioni che in questi giorni sono state effettuate in quattro punti a rischio della nostra città dalla Protezione Civile di Genova e che hanno permesso di calibrare ulteriormente la macchina dell’emergenza.
A Sestri Ponente, Voltri, Fegino e in Val Bisagno, i volontari, insieme alle pattuglie della polizia locale e alle squadre dei vigili del fuoco, hanno simulato l’esondazione dei torrenti nei punti più critici del tessuto urbano che li circonda, testando la capacità e la velocità di risposta della struttura: al suono della sirena è scattata la procedura di chiusura delle strade, che anticipa l’arrivo dei soccorsi. L’esercitazione ha permesso di calcolare le tempistiche di arrivo delle pattuglie e della chiusura delle aree a rischio, verificando tutti gli ingranaggi.
Ma non solo: come ci spiegano i coordinatori della Protezione Civile sul campo, forte è stato anche il valore psicologico: “In caso di situazione critica, sentire una sirena può generare panico e , paradossalmente, peggiorare le cose – ci spiegano – soprattutto se è la prima volta che si sente questo suono. Per questo l’esercitazioni di questi giorni sono state accompagnate da una massiccia campagna di informazione porta a porta”.
“L’obiettivo è far si che sentendo l’allarme specifico, le persone che abitano le zone a rischio (e che quindi, almeno in teoria, ne sono consapevoli) sappiano che c’è solo una cosa da fare senza perdere tempo e senza piombare nel panico, e cioè mettersi in sicurezza seguendo le norme di auto protezione”. In altre parole, se scatta l’allarme vuol dire che non c’è tempo da perdere, e bisogna mettersi in salvo, salendo ai piani alti degli edifici, non mettendosi in strada o cercando di mettere in salvo l’auto parcheggiata sotto casa o gli affetti personali in cantina.
Tutte cose che comunque potrebbero succedere in un contesto di allerta meteo, e quindi, con una procedura di pre-allertamento oramai “oliata” e ben nota dalla popolazione. Nostro malgrado. Le esercitazioni si sono svolte senza intoppi, e tutte le procedure sono state rispettate secondo le aspettative, ci dicono dalla Protezione Civile, nella speranza di doverle mai utilizzare.