Genova. “Che sia fondata la denunzia del professore Andorno o al contrario che lo sia la replica del San Martino, nulla toglie alla questione di fondo che emerge da dati oggettivi e dalle nostre segnalazioni: la destinazione, di molte unità di personale, alla gestione dell’emergenza ha fatto scoppiare il caso degli interventi rinviati e delle ulteriori liste d’attesa per gli esami, stante la generale carenza di personale anche pre emergenza”.
Con queste parole inizia il comunicato stampa dell’associazioni “Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato”, che disegna e risponde alla situazione degli ospedali liguri, in questi mesi sotto pressione rispetto all’emergenza sanitaria in corso.
“Da tempo lo abbiamo denunciato – anche alle procure e alla corte dei conti – e abbiamo svelato le false ragioni di riduzione del servizio pubblico: la Regione potrebbe spendere 111 milioni di euro per il personale, ma ha deciso di indirizzare la sua politica sanitaria e le nostre risorse per favorire il privato, destrutturando il pubblico. Del resto il Presidente della Regione – all’inizio del suo primo mandato – lo aveva detto: il suo intento e’ privatizzare il 15% dei posti letto della sanità pubblica ligure – aggiungono – Miope ed irrispettosa del diritto alla salute per tutti, questa politica a “favore” del privato depaupera le strutture pubbliche; cancellare posti letto pubblici, a favore dei privati, vuol dire ridurre in conseguenza il personale nel servizio pubblico. Ma abbiamo visto che – nei casi di vera emergenza – è solo la risposta della sanità pubblica che salva le vite umane”.
In questa situazione, quindi, “E’ solo grazie all’abnegazione del (poco) personale che non abbiamo avuto conseguenze peggiori in Liguria dall’epidemia. Ora stiamo pagando gli effetti di queste politiche di “lombardizzazione” : il personale ridotto all’osso deve dedicarsi all’emergenza Covid e tutti i settori dedicati alle altre cure sono in sofferenza. In maniera scellerata non si e’ compreso – sottolineano – che non si muore solo di Covid, ma anche di altre patologie. Ed ora ci troviamo davanti gli stessi problemi della scorsa primavera gli interventi di elezione e le prestazioni di diagnostica – in arretrato per migliaia di pazienti – non vengono fissati e non si danno neppure le informazioni ai cittadini sulle date di rinvio”.
Mancherebbe il personale, secondo l’associazione, e questa situazione avrebbe anche conseguenze sulla gestione dell’emergenza: “L’effettuazione dei tamponi e la loro refertazione sono in ritardo, costringendo le persone ad una quarantena forzata in attesa del responso. Inoltre, quando sarebbe necessaria una leale partecipazione tra cittadini ed Istituzioni per affrontare l’epidemia in una logica di comunità, la Regione si chiude nel suo fortino, senza dare informazioni ed anzi a volte nascondendo anche i reali dati sui contagi – scrive l’associazione nel comunicato stampa – I ritardi e i rinvii nelle prestazioni sanitarie sono inaccettabili per un servizio sanitario degno di questo nome. Metteremo a disposizione di tutti la nostra collaborazione per intraprendere ogni opportuna iniziativa per tutelare i pazienti, non escluso il ricorso alla magistratura”.