Opzione zero

Depositi chimici a Sampierdarena, il ponente (ma non solo) dice no: “Basta servitù in città”

Venti tra associazioni, comitati e gruppi facebook, hanno lanciato la petizione per allontanare gli impianti da tutta la città

no depositi chimici

Genova. No ai depositi chimici a Sampierdarena, ma anche in tutta l’area urbana genovese. Questo il messaggio forte e chiaro che arriva dall’unione di ben 20 realtà cittadine, tra comitati, associazioni e gruppi facebook, che insieme sono giunte alla risposta corale al progetto dello spostamento dei depositi costieri oggi a Multedo: “Un no non solo per le sponde del Polcevera, ma in generale in tutta la città di Genova”.

Questa unione di intenti è nata lo scorso 8 ottobre, a seguito di una assemblea che ha sancito in primis la contrarietà al progetto, rilanciando fortemente l’opzione zero, per lo meno in ambito cittadino, ma anche promuovendo una unione di intenti tra le varie associazioni cittadine per mettere in discussione il futuro della nostra città: “I cittadini consapevoli di essere protagonisti del territorio, intendono esercitare un sano controllo democratico sulle scelte che riguardano la propria città a partire dalla installazione di nuovi imponenti servitù portuali e cittadine nei territori alla Foce del Polcevera – si legge in una nota stampa – L’operato della Pubblica Amministrazione deve prevedere un confronto necessario con i territori destinatari degli interventi, al fine di verificarne la compatibilità con la vita e il benessere degli abitanti garantendo comunque il lavoro”.

Ma cosa chiedono, esattamente? “No ai depositi chimici nella città di Genova, sì alle soluzioni che consentano l’allontamento dei siti pericolosi e inquinanti dalla aree urbane, sì ad una svolta eco-compatibile della nostra città, sì ad un nuovo rapporto città-porto, che sappia conciliare lavoro e ambiente”. Per fare ciò è stata lanciata una petizione on line, diretta al sindaco Bucci, al governatore Toti e all’Autorità Portuale, con relativa raccolta firme, che in poche ore ha già registrato centinaia di sottoscrizioni.

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Esiste una nuova solidarietà tra cittadini genovesi posti di fronte a scelte istituzionali (passate e presenti) che minacciano, purtroppo, di seguire i criteri del passato – si legge nel comunicato che accompagna la petizione – e cioè commistione tra residenzialità e funzioni industriali, commerciali e viabilistiche.

A sostenere la petizione e questa sorta di nuovo manifesto dei cittadini per un diverso futuro di sostenibilità della città sono le associazioni Civ il Rolandone, La Strada dell’Arte, Medici per l’Ambiente (ISDE – Genova), Noi cittadini del Campasso, Officine Sampierdarenesi, Oltre il ponte c’è, Pro loco Cornigliano, Progetto Genova, ViviAmo Cornigliano, WWF e i ragazzi di Fridays for Future. Tra i vari comitati di cittadini, a sottoscrive e promuovere l’appello anche Lungomare Canepa, Palmaro, Pra’, Quartiere del Campasso, Quelli del Ponte Morandi, Tutela Ambientale Genova, Tutela Ambientale Centro Ovest. Presenti anche alcuni gruppi facebook che in questi anni hanno raccolto migliaia di adesioni, come Genova contro il degrado e Meno rumore meno fumo più lavoro per Pra’.

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