Genova. La percentuale di positivi in relazione ai tamponi in Liguria è tornata ai livelli di aprile (vedi fotogallery): sopra il 15%. I grafici che l’Istituto nazionale di fisica nucleare ha messo a disposizione di tutti per l’analisi dell’epidemia da coronavirus parlano abbastanza chiaro: il tracciamento non ha funzionato nel momento in cui il virus ha ricominciato a circolare dopo che sono svaniti i benefici effetti del lockdown.
Come si può vedere dalla figura qui sotto, il blu dei casi da screening praticamente scompare nelle ultime settimane.
Sono lontani i tempi di luglio in cui era prevalente la barra blu. Il retrogusto molto amaro di questo dato di fatto, al di là del fallimento di Immuni, è che il periodo estivo sia stato un’occasione persa per non arrivare a un contagio diffuso come sta accadendo in queste ultime settimane.

Andando a vedere invece il totale dei positivi per 100 mila abitanti a livello provinciale, Genova ha la curva più ripida, ma l’andamento è simile anche nel resto della Liguria. Non c’è da stare tranquilli, in sostanza.
Il grafico riassuntivo su positivi e casi testati mostra un’impennata nel rapporto tra queste due variabili, che per la Liguria negli ultimi giorni è arrivato anche al 40%. Fondazione Gimbe, nei giorni scorsi, aveva evidenziato come questo dato fosse la conferma di una circolazione più sostenuta del virus e, ancora, dell’evidente difficoltà di tracciamento.
La figura che lega il numero di tamponi, il numero di positivi e il rapporto tra positivi e tamponi, evidenzia come a livello puramente di cifre, i tamponi stanno iniziando solo adesso ad essere in numero significativo e la percentuale di positivi in relazione ai tamponi, dopo essere stata superiore al 40% con punte del 70 nei primissimi giorni di epidemia, è, come detto tornata ai livelli di aprile.
Numeri ancora sotto controllo invece quelli della terapia intensiva, non paragonabili a quelli di questa primavera: siamo sotto ai 50 posti occupati, mentre nel periodo peggiore si era arrivati a un picco di 179.
Infine, per quanto riguarda i decessi, l’incremento è meno impattante rispetto alla prima ondata dell’epidemia e il rapporto tra morti e positivi giornalieri (media su 7 giorni) è ancora a livelli piuttosto bassi. Occorre tenere conto però di due aspetti: nella prima fase il numero di tamponi era molto basso e che il covid ci ha insegnato che l’impatto dei decessi ha effetto circa 20 giorni dopo la notifica delle positività.