Genova. In Liguria l’indice di contagio Rt nella settimana 19-25 ottobre, calcolato nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, corrisponde a 1,54. Un dato, confermato dal presidente Giovanni Toti durante il punto stampa sull’emergenza coronavirus dall’ospedale Borea di Sanremo, che inserisce la nostra tra le regioni in cui inizia a farsi concreto il rischio di un lockdown in base alle previsioni di uno studio consegnato al governo e anticipato oggi dal Corriere della Sera.
Al momento, secondo il monitoraggio, sono 11 le regioni classificate “a rischio elevato di una trasmissione non controllata” del coronavirus e tra queste rientra già da alcune settimane la Liguria. L’Italia complessivamente si colloca nello scenario 3, ma quattro regioni (Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) più la provincia di Bolzano sarebbero già compatibili con lo scenario 4. Per fare un paragone Piemonte e Lombardia hanno superato la soglia dell’Rt 2, sono rispettivamente a 2.16 e 2.09. La provincia autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta sono vicine al 2 (1.96).
Nello scenario più grave, secondo l’Iss, si hanno valori regionali di Rt “prevalentemente e significativamente” maggiori di 1,5 e la Liguria, col dato di oggi, appare appena sopra la soglia e comunque al di sotto della media nazionale che è 1,7. Tra le conseguenze ci sarebbero “chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali” entro un mese o un mese e mezzo e l’impossibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. A meno che l’epidemia non si diffonda tra i giovani e non si riescano a proteggere gli anziani, eventualità definita “improbabile” nello studio. E quindi, se una situazione di questo tipo dovesse restare per tre settimane, si renderebbero necessarie “misure di contenimento molto aggressive”.
Toti ha ricordato comunque che l’indice di contagio rilevato “è molto alto, ma più basso di quello toccato nei punti di maggiore incidenza della pandemia in primavera che era circa 1,8″. Questo perché, secondo il governatore ligure, “probabilmente abbiamo anticipato di una quindicina di giorni l’esplosione in regioni come Lombardia, Piemonte e Campania. Se il numero dei contagi, per merito o per causa del numero straordinario dei tamponi, continua a crescere, il numero di ricoverati e di terapie intensive cresce molto meno in proporzione”.
In ogni caso, a margine della visita all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, il presidente non ha escluso nuove restrizioni: “Non c’è una emergenza totale, naturalmente bisognerà vedere l’andamento epidemiologico nei prossimi giorni e nel caso siamo pronti a prendere altre misure, ma solo con estrema attenzione ed equilibrio, aspettando e valutando l’efficacia di quelle attuali”