Genova. Il nuovo Dpcm è la batosta finale per la categoria dei pubblici esercizio. A dirlo il presidente regionale e provinciale di Fipe-Confcommercio di Genova Alessandro Cavo: “Con il nuovo DPCM, per la ristorazione è impedita l’attività del servizio principale della giornata, mentre per i bar si tratta di un’ulteriore forte contrazione dell’operatività. La contrarietà si aggiunge alla consapevolezza che non esiste connessione tra la frequentazione dei Pubblici Esercizi e la diffusione dei contagi, come dimostrato da fonti scientifiche, che attribuiscono piuttosto ad altri fattori – mobilità, sistema scolastico e mondo del lavoro – le principali fonti di contagio”.
“Prendiamo atto – prosegue Marco Buticchi, Presidente FIPE-CONFCOMMERCIO La Spezia – delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte relative ad interventi urgenti e specifici a favore del settore, come richiesto con Forza da Fipe Confcommercio nazionale, ma tali interventi devono essere economicamente significativi, certi e immediatamente esigibili per tutte le imprese del settore”.
Fipe-Confcommercio, a livello nazionale – prosegue Pasquale Tripodoro, Presidente Savona, ha promosso una manifestazione di protesta per il 28 ottobre e sarà presente in 21 piazze d’Italia per ribadire i veri valori del settore – economici, sociali, culturali ed antropologici – messi in seria discussione dagli effetti della pandemia da Covid-19, che sta mettendo a repentaglio la tenuta economica del settore, l’occupazione (a rischio oltre 350mila posti di lavoro) e il futuro di oltre 50.000 imprese. Per quanto riguarda Genova e la Liguria la richiesta di organizzare tale manifestazione è stata ritenuta irricevibile, dalle Autorità competenti”.
“Pertanto – informano Alessandro Cavo e Matteo Losio, Presidente Associazione Ristoranti FEPAGFIPE Genova – nel rispetto delle norme e per la massima tutela dei nostri imprenditori che è il nostro scopo primario, la manifestazione non si svolgerà se non in forma virtuale. Enrico Calvi, Presidente FIPE-CONFCOMMERCIO Imperia, termina sottolineando che “E’ comunque necessario che le Istituzioni e l’opinione pubblica prendano coscienza che la disperazione delle imprese è giunta al culmine perché vedono sfumare in moltissimi casi il lavoro di una vita intera ed il futuro dei loro figli”