Genova. Non sarebbe stato necessario l’aumento dei casi di Covid-19 registrati ieri con il bollettino regionale, perché già da giorni si parla, e neppure troppo tra le righe, di una possibile stretta sulle restrizioni anti-contagio a Genova, per lo meno in alcuni quartieri. Ma il boom di ieri (+386, di cui +320 a Genova) ha imposto un’accelerata.
Questa mattina doppio passaggio in Regione. Prima Alisa incontrerà i vertici delle Asl e delle aziende ospedaliere della città metropolitana per fare il punto (al momento ci troviamo in una cosiddetta fase 2 ospedaliera, la fase 3 imporrebbe di rinunciare a reparti e posti letto per dedicarli alle degenze Covid. Alle 11 riunione tra tecnici e politici: il comitato scientifico discuterà con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – che al momento ha su di sé tutte le cariche della giunta decaduta, quindi anche quella alla Sanità – della possibile necessità di nuove misure restrittive oltre all’obbligo della mascherina ormai imposto anche a livello nazionale.
Il punto è che il cluster del centro storico è tutt’altro che sotto controllo, l’ordinanza delle mascherine h24 presa il 25 settembre scorso non ha ancora dato i risultati sperati. E’ anche vero che moltissimi casi sono emersi perché è scattato, nello stesso periodo, un tracciamento mai così massiccio. Ma a preoccupare, più che i numeri assoluti, è l’incidenza dei casi: 6 ogni 10 mila abitanti quando la media è di 2 ogni 10 mila.
Incidenza che, purtroppo, si sta avvicinando ai livelli del centro storico anche in altri quartieri. Rivarolo, Sampierdarena, Cornigliano, ha affermato ieri sera Toti in una diretta Facebook. Ribadendo di essere in contatto con il sindaco di Genova Marco Bucci per mettere a punto nuove misure ad hoc per quei quartieri, “senza voler penalizzare l’economia”.
Probabile che le misure a cui stanno pensando siano simili a quelle messe in atto a settembre nel quartiere Umbertino alla Spezia – dove al momento il cluster è stato messo a bada – e quindi divieti di assembramento e stazionamento, anche con mascherina. Ma non è escluso che si proceda con decisioni più drastiche come la chiusura anticipata dei locali.
Bisognerà capire se Regione e Comune giocheranno d’anticipo rispetto al dpcm atteso dal governo o, visto che si tratta di restrizioni simili, attenderà che le decisioni vengano imposte da Roma. Del contenuto nel nuovo decreto si sa già molto, sempre che tutto sia confermato, e si parla appunto di divieto di assembramento e stazionamento davanti ai locali, di limitazioni alle feste private sia in locali pubblici sia a casa, di chiusure dei locali entro la mezzanotte e di stop agli sport amatoriali di contatto: insomma un mini lockdown per evitare di doverne fare uno vero.