Genova. Nuova protesta dei circoli associativi del terzo settore dopo l’ordinanza della Regione Liguria, entrata in vigore alle 12 di oggi, che chiude di fatto ogni attività sociale dei centri ad eccezione del servizio bar e ristorazione, dove presente.
“Ci risiamo – scrive in una nota il forum del terzo settore – pensavamo di essere stati chiari e ascoltati e invece quella di ieri sera è un’ordinanza nuovamente sbagliata. I centri sociali e culturali ed i circoli ludico ricreativi, come vengono chiamati con freddo gergo burocratico, non sono bar o ristoranti ma sono luoghi di socialità, cultura ricreazione, di lavoro sociale ed educativo luoghi dove si sviluppa socialità sana e non a fini di lucro”.
“Con questa ordinanza – aggiungono i rappresentanti del terzo settore – si sta chiudendo cultura, socialità, luoghi di ritrovo e autorganizzazione, di mutuo e reciproco aiuto, associazioni di famiglie, centri sociali per anziani o bambini, oratori parrocchiali e società di mutuo soccorso, luoghi dove si distribuiscono e si organizzano aiuti per le famiglie e per le persone dove si lavora per prevenire le ludopatie e le dipendenze, luoghi sicuri, gestiti con tutte le norme previste con impegno e dedizione”
E di nuovo l’appello alla Regione Liguria, come avvenne dopo la prima decisione di una settimana fa, poi rettificata dal sindaco di Genova Marco Bucci (la decisione in quel caso riguardava solo le cosiddette ‘zone rosse’):
“Vi chiediamo con forza e determinazione di ripensarci nuovamente perché questi luoghi sono sicuri e fondamentali per non ricadere in quell’isolamento che tutti abbiamo cercato di combattere”