Genova. “Il Comune di Genova ha deciso in modo unilaterale di revocare la concessione all’associazione dello Speranza, storica società fino a oggi intestataria della concessione, per le aree a sud del centro Remiero. Spazi che verranno e destinati e dati in affidamento alla Federazione Italiana Canottaggio”, fanno sapere i pentastellati Fabio Ceraudo e Massimo Currò.
“L’obiettivo del Comune? Sarebbe (!) quello dello sviluppo di un processo globale e unitario al fine di promuovere e valorizzare lo sport del canottaggio e il soddisfacimento di interessi generali della collettività. Ricordiamo però che il Comune ha ottenuto la concessione trentennale della fascia di rispetto grazie all’art. 5, comma 3 ter, della legge 130/2018, recante disposizioni urgenti per la Città di Genova. E che nel siglare l’accordo, tra gli impegni presi ce n’era uno ben preciso: garantire alle associazioni presenti e già titolari di autorizzazioni, il mantenimento della gestione di impianti e spazi nell’ambito del compendio demaniale in questione”.
Ceraudo e Currò poi ricordano: “Fermo restando il mantenimento dei diritti per chi già era presente, l’articolo stabilisce che: “Al fine di garantire idonee misure a sostegno della mobilità sostenibile, anche attraverso l’individuazione di aree utilizzabili quali parcheggi di interscambio, può essere concessa, per la durata di trent’anni, a favore del Comune di Genova, l’area demaniale marittima compresa tra il rio Branega e il rio San Michele, conosciuta come “fascia di rispetto di Prà”.
“Le aree della fascia di rispetto, secondo quanto sostenuto ai tempi dallo stesso Comune, avevano assunto una particolare e prioritaria importanza in ordine all’individuazione di spazi pubblici da destinare a parcheggi di interscambio finalizzati all’attuazione di progetti per la mobilità sostenibile del ponente cittadino”.
“Ora, nessun progetto relativo alla viabilità ha coinvolto quella fascia. Anzi, il Comune non ne ha mai portati avanti, lasciando di fatto il ponente in ginocchio per due anni. Oggi scopriamo che il Comune usa questa concessione trentennale solo ed esclusivamente per mettere mano alle associazioni sportive e agli spazi destinati allo sport. Un obiettivo che la legge non aveva assolutamente previsto”.
“Quelle aree sono utilizzate da centinaia di bambini e ragazzi che praticano sport. Ora dovranno lasciare quegli spazi. Qualcuno ha valutato quante persone, a fronte di questa revoca e della nuova assegnazione, godranno in futuro di quelle aree rispetto ad oggi? Siamo certi che questa ennesima decisione presa in modo unilaterale sia la scelta giusta?”, concludono Ceraudo e Currò.