Genova. La procura di Genova indaga per il caos nei pronto soccorso cittadini dopo il boom di malati di Coronavirus.
Il fascicolo è stato aperto per atti relativi (al momento cioè la procura non ha formulato uno specifico reato) e non ci sono indagati.
L’indagine è partita dopo le numerose segnalazioni di pazienti e medici che lamentano la mancata attuazione dei piani per fronteggiare l’emergenza.
Da giorni ci sono ad ogni ora lunghe file di ambulanze in attesa con le pubbliche assistenze che hanno denunciato anche sui social situazioni gravi come l’assenza di barelle e ritardi che costringono le ambulanze ferme, spesso con i pazienti a bordo, per diverse ore.
La procura vuole capire come mai, a fronte di una previsione dell’arrivo della seconda ondata, non siano stati aperti nuovi reparti Covid o non sia stato assunto nuovo personale.
Nel mirino degli investigatori genovesi ci sarebbe in particolare Alisa, l’Agenzia ligure della sanità. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto, che coordina l’indagine, ha acquisito la documentazione relativa ai piani sanitari per fronteggiare l’emergenza e le interviste rilasciate ieri dai vertici del pronto soccorso Galliera.
Da giorni, ma in particolare ieri, si è raggiunto il picco, e decine di ambulanze aspettano in coda davanti ai pronto soccorso di Genova. I pazienti aspettano anche cinque ore prima di essere visitati dentro la stessa ambulanza.
Come sottolineato dal primario del Galliera Paolo Cremonesi in una intervista al Tg1, servirebbero le strutture esterne dove mandare i malati di Covid con bassa carica virale e quelli che non hanno bisogno delle terapie intensive per alleggerire i reparti. Per i magistrati già a settembre si stava registrando un aumento di malati e si sapeva che in autunno sarebbe arrivata la seconda ondata. Queste circostanze avrebbero dovuto fare attivare prima la macchina per allestire le strutture adatte, e previste dai piano, in modo tale da non creare il caos di questi giorni.
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