Genova. Ponte Morandi avrebbe avuto un difetto di costruzione fino ad oggi mai rilevato e che sarebbe emerso dopo due anni di indagini commissionate ad un pool di esperti. Questo sarebbe il contenuto di una lettera inviata ieri al Mit da Autostrade per l’Italia, lettera che arriva “a gamba tesa” nella braccio di ferro tra stato e azienda per il futuro della concessione autostradale.
La notizia è stata riportata questa mattina da ‘La Stampa’, che cita non testualmente il contenuto della missiva che prova a portare nuovi elementi per capire le cause del crollo, a poche settimane dall’inizio del processo. Una ipotesi che potrebbe far cambiare le responsabilità del concessionario riguardo il crollo del viadotto sul Polcevera, anche se non è chiaro se questo difetto sia considerato responsabile del cedimento strutturale avvenuto dopo oltre 50 anni dall’inaugurazione dell’infrastruttura, e proprio nel punto dove non erano stati fatti interventi di manutenzione massiva, nonostante le evidenze di decadimento dei materiali.
Dal Mit arriva un no comment, anche perché si tratta di una perizia di parte. La lettera sarebbe stata inviata anche ad Anas per interrompere i termini di prescrizione per la richiesta danni: nel caso, infatti, questo difetto fosse certificato anche in sede giudiziaria, Aspi potrebbe riservarsi di chiederne conto alla azienda di stato che negli anni 60 commissionò la costruzione del ponte e poi lo diede in concessione ad Autostrade. Col difetto nascosto.
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