Genova. Piccoli invasi per produrre energia elettrica e contenere l’acqua dei fiumi con l’obiettivo di evitare piene distruttive. E’ il modello del “mini idrico” al quale sta pensando il presidente Giovanni Toti dopo l’ondata di maltempo che ha devastato in particolare le vallate dell’estremo Ponente.
“Credo che sui nostri torrenti e sui rivi di montagna si potrebbe seguire il modello del Trentino – ha spiegato il governatore ligure durante la conferenza stampa dopo il pranzo in corso Italia con Matteo Salvini – con piccoli invasi che si pagano con l’utilizzo della corrente e dell’energia che producono e, in qualche modo, ci aiutano a regimentare le acque e rendere meno distruttivi i nostri torrenti”.
In Liguria non mancano i precedenti: negli ultimi anni al centro delle battaglie degli ambientalisti e del Movimento 5 Stelle c’è stato il rio Carne, modesto corso d’acqua in alta val Nervia nei pressi di Pigna. Nella zona era in progetto la costruzione di una mini-centrale idroelettrica che avrebbe trasformato l’ecosistema. Una lotta che alla fine ha visto trionfare il fronte del no.
Nonostante questo il governatore ligure ha ripreso in mano l’iniziativa. “Anche alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore sarà compito del prossimo assessore all’energia e alle infrastrutture preparare un piano”. Sulle concrete possibilità di realizzarlo, però, Toti non è ottimista: “Vediamo quanto ci metterà il ministero dell’ambiente ad approvarlo, temo che nei prossimi cinque anni non inizierà nemmeno l’iter”.