Cinque concerti

Teatro Carlo Felice: una prima parte di nuova stagione coraggiosa e innovativa

Tre i titoli d'opera, Il trespolo tutore mai rappresentata in età moderna, La vedova allegra e un Pagliacci con scenografie in realtà aumentata

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Genova. Un’apertura di stagione coraggiosa, con Il trespolo tutore di Alessandro Stradella opera che esordì nel capoluogo nel 1679 nell’allora Teatro del Falcone di via Balbi e che viene proposta per la prima volta in Italia in epoca moderna, ma anche uno sguardo al futuro con una proposta intrigante, quella di dicembre: Pagliacci di Ruggero Leoncavallo che, oltre a segnare il debutto nel ruolo di due big come Serena Gamberoni e Francesco Meli, sarà sotto i riflettori perché la scenografia muterà in continuazione nel corso dell’opera grazie alla realtà aumentata.

Nel mezzo un titolo popolarissimo: La vedova allegra di Lehàr. Tutti nuovi allestimenti targati Teatro Carlo Felice.

Questi i tre titoli svelati sinora per la stagione d’opera 2020-2021 del Teatro Carlo Felice, che ha scelto, come già il Teatro Nazionale di Genova, di mettere in vendita solo questi primi tre mesi di cartellone alla luce della fluidità della situazione legata all’emergenza Covid-19.

“Quando sono arrivato qui – afferma il sovrintendente Claudio Orazi – mi sono messo a studiare il repertorio legato a questa città bellissima, alla scoperta delle gemme che la città ha conservato. Il trespolo tutore è una di queste. Un omaggio alla Genova barocca alla Commedia dell’arte nell’opera lirica. Questa è l’Italia”.

Il Teatro, che può contare su una capienza comunque ampia nonostante le disposizioni legate al distanziamento fisico (999 posti), ha mantenuto il prezziario della scorsa stagione. Per tutti gli spettacoli è possibile utilizzare i voucher relativi agli spettacoli annullati la scorsa stagione.

Le date

Il trespolo tutore: 29 settembre (anteprima fuori abbonamento), 1 ottobre (ore 20, turno A), 2 ottobre (ore 20, turno B).

La vedova allegra: 27 novembre (ore 19, turno A), 28 novembre (ore 15, turno F), 29 novembre (ore 15, turno C), 1 dicembre (ore 15, turno G), 4 dicembre (ore 20, turno B), 5 dicembre (ore 20, turno L), 6 dicembre (ore 15, turno R).

Pagliacci: 22 dicembre (ore 20, turno A), 23 dicembre (ore 20, turno L), 27 dicembre (ore 15, turno C), 29 dicembre (ore 20, turno B), 30 dicembre (ore 20, fuori abbonamento), 2 gennaio (ore 15, turno F), 3 gennaio (ore 15, turno R).

Cinque i concerti per la sinfonica, dedicati ognuno a due autori: Britten e Schönberg il 4 ottobre alle 20 (direttore Fabio Luisi, al pianoforte Alessandro Taverna); Beethoven e Perosi il 9 ottobre alle 20 (direttore Donato Renzetti, mezzosoprano Clementine Margaine); Elgar e Schumann nell’ambito del Paganoni Genova Festival il 16 ottobre alle 20 (direttore Andrea Battistoni, Kevin Chu al violino); Beethoven e Paganini il 27 ottobre, sempre nel Paganini Genova Festival, alle 20 (direttore Francesco Ivan Ciampa e Massimo Quarta al violino). Programmato anche il tradizionale concerto di capodanno il primo gennaio alle 16 con direttore Andriy Yurkevych.

Il trespolo tutore

Paolo Gavazzeni, che sarà il regista, spiega: “Bisogna dire grazie al sovrintendente Orazi per la riscoperta dei compositori legati alla città. Sta dando un’identità forte che connota il futuro del teatro. Ci sentiamo parte di un progetto culturale importante, la cultura intesa come intrattenimento di grande livello”. Per Gavazzeni Il trespolo tutore è stato “Una scoperta sorprendente. Partivo da un presupposto errato che se un’opera non viene rappresentata c’è sempre un perché, invece l’ho trovato un capolavoro contestualizzato nel suo periodo storico. Ha una modernità non solo stilistica, ma anche armonica: Stradella strumenta i recitativi ed è precursore di Haendel e Mozart. Inoltre le grandi scene di pazzie che nell’Ottocento siamo abituati ad associarle alle protagoniste femminili, qui invece sono affidate a due personaggi maschili”. Per Gavazzeni si tratta di una sfida anche per la grandezza del palco: “Abbiamo solo sei cantanti, niente coro né comparse, oltre all’orchestra ridotta, ma nei grandi spazi ci si può concentrare sulle piccole cose“.

Andrea De Carlo che dirigerà l’opera, aggiunge: “Una scelta coraggiosa, Stradella è un grandissimo compositore che ha dato vita a un’opera divertente, commovente e con un libretto favoloso. Uno dei più belli mai scritti a mio parere. Stradella e il trespolo sono i simboli più adatti per quest’epoca: ricordarci di ciò che eravamo e proiettarci verso il futuro”. l’opera sarà ripresa e diffusa da Classica Sky.

La vedova allegra

Il regista Luca Micheletti (che interpreta anche il conte Danilo)precisa: “La vedova allegra è un ponte tra due mondi, prosa e opera. È anche una lampada a olio di cui occorre rispettare il funzionamento. Sarà una vedova filologica, attenta al suo spirito profondo”. La novità è che verrà revisionato il testo, una versione ritmica italiana che non sarà quella storica, ma tutta nuova”.

Pagliacci

Particolare curiosità suscita il nuovo allestimento di Pagliacci, non solo per il debutto nei ruoli di Nedda e Canio per Serena Gamberoni e Francesco Meli (che per andare incontro al Teatro hanno accettato un cachet inferiore al loro standard), ma per la realtà aumentata che sarà protagonista dal vivo sul palco. Cristian Taraborrelli, che cura regia, scene e luci, anticipa che si tratterà di una nuova dimensione espressiva del teatro. La realtà aumentata che si sperimenta di solito su device come tablet e cellulari (Pokémon go è stato il gioco che ha fatto esplodere questa nuova tecnologia) sarà ora direttamente sul palco: “Non esisteva prima una tecnologia simile. Si possono riprodurre immagini digitali live con motori di rendering eccezionali. Possiamo creare scene virtuali modificabili in tempo reale”. Sul palco ci sarà un vero green screen (come per il cinema) e un pavimento vero. L’approccio sarà cinematografico. “Ogni gesto dei cantanti sarà accompagnato da un cambiamento della scena”. Una scenografia che sarà a 360 gradi, con 5 telecamere tra platea e soffitto. “Se la camera si avvicina al personaggio l’architettura cambia”. Sarà una sorta di film in diretta, che Rai 5 metterà in onda il 25 febbraio in prima serata.

“È sempre bello tornare – dice Serena Gamberoni – sono orgogliosa di debuttare nel teatro di casa, anche se sono genovese d’adozione da 18 anni. Speriamo che una proposta di questo tipo contribuisca a far tornare i giovani a teatro. Io mi sono messa a disposizione anche per le attività dedicate alle scuole”.

“Questo debutto lo stavo meditando da tempo – dice Francesco Meli – è bello farlo qui a casa perché si lavora con tranquillità. Non mi sento in un posto che non è mio. Canio per me è una sfida. Cercherò di ridargli un’identità più musicalmente corretta. Prendendo lo spartito si capisce cosa volevano gli autori, si apre un mondo. Da sempre il repertorio verista è abusato con sonorità aggressive. Il ruolo di Canio è profondissimo, farò uscire più questo che il Canio stentoreo a cui siamo abituati”.

“Il nostro Teatro è stato pioniere di un sacco di cose durante l’emergenza covid – afferma il sindaco e presidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Carlo Felice Marco Bucci – primo teatro ad aprire il 25 aprile, primo al mondo a ottenere la certificazione del Rina sulla Biosafety. Ora l’obiettivo è sia far uscire il Teatro di più sul territorio, sia portare dentro manifestazioni e collaborare con altre realtà”.

“Questa stagione ci racconta quanto il Teatro vuole esserci – sottolinea Barbara Grosso, assessore comunale alla Cultura – e il Comune sta collaborando al massimo con l’istituzione non come semplice azionista”.

 

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