Il caso

Smart working, Pastorino (Linea Condivisa): “Comune Genova estenda misura a congiunti di immunodepressi”

La vicenda nasce da un'istanza di lavoro agile, respinta dall'amministrazione locale

smart working

Genova. Linea Condivisa si unisce alla denuncia dell’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato, delegazione Liguria, che chiede al Comune di Genova maggiore disponibilità allo smartworking per le persone che hanno subito un trapianto e per i loro congiunti. Le persone immunodepresse, infatti, sono più esposte al rischio contagio covid, con conseguenze molto gravi.

«Ci spiace constatare che l’associazione debba scrivere al Sindaco di Genova per chiedere una misura già riconosciuta dallo Stato. Ricordiamo che l’articolo 26 del decreto Cura Italia prevede la salvaguardia delle persone immunodepresse, citandole in maniera esplicita».Lo dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, vicepresidente della commissione regionale sanità.

La vicenda nasce da un’istanza di lavoro agile, respinta dal Comune di Genova alla convivente di un un cittadino il quale ha subito un doppio trapianto, con un decorso operatorio che tuttora presenta problematiche significative.

«Siamo consapevoli di tutte le difficoltà che in questo momento incidono sull’organizzazione del lavoro. Ma l’emergenza covid dovrebbe indurre a maggiore elasticità: vanno riconsiderati i meccanismi tradizionali, proprio per tutelare le persone più fragili. E i pazienti immunodepressi, che hanno affrontato un trapianto d’organi, sono fra queste –chiarisce Pastorino -. Non comprendiamo perché una situazione come quella denunciata dall’Associazione Trapiantati di Fegato non abbia ancora trovato una soluzione, attraverso forme di lavoro agile che consentano di non mettere a repentaglio la salute delle persone immunodepresse e dei loro conviventi».

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