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Sindacato Nursing Up infermieri: manifestazione il 15 ottobre a Roma e sciopero il 2 novembre

Lo sciopero partirà dalle 7 del 2 novembre 2020 e cesserà alle 7 del giorno successivo

Manifestazione infermieri Nursing Up

Roma. Dopo la svolta negativa nei già tesi rapporti tra i professionisti del settore e la classe politica il 15 settembre, gli annunciati tentativi di conciliazione presso il ministero del Lavoro hanno dato esito infausto. Lo comunica il presidente del Nursing Up, sindacato infermieri italiani, Antonio De Palma.

“Non ci sono altre possibilità. Siamo costretti a proclamare 24 ore di sciopero degli infermieri e di tutto il personale sanitario non medico, afferenti alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità operanti nelle Asl, nelle aziende ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana, ivi compresi i territori delle province autonome di Trento e Bolzano. Lo sciopero partirà dalle 7 del 2 novembre 2020 e cesserà alle 7 del giorno successivo”.

Le principali delegazioni territoriali Nursing Up stanno organizzando autobus per la manifestazione del 15 ottobre 2020.

“Gli infermieri italiani – si legge nella nota di De Palma – stanchi e logorati dal continuo tira e molla, ma mai sconfitti, hanno dimostrato ancora una volta il loro valore sul campo. Noi siamo pronti. Pronti ad affrontare una eventuale nuova emergenza sanitaria, pronti a combattere come abbiamo già fatto contro un nemico virale di cui ora conosciamo maggiormente i punti deboli. Ma combatteremo anche contro l’indifferenza della politica. Qualcuno probabilmente non ha compreso che siamo di fronte all’autunno più caldo della storia recente del mondo infermieristico. Oltre allo sciopero, ci stiamo preparando per una manifestazione nazionale che passerà alla storia per presenza massiccia di colleghi che arriveranno a Roma da tutta Italia. Il 15 ottobre, nel rispetto delle normative anti-covid, saremo tutti al Circo Massimo per urlare ancora una volta, alla classe politica italiana, tutti insieme, che non siamo propensi ad accettare una situazione professionale e contrattuale che ci umilia e che non ci valorizza. Ingabbiati in un sistema sanitario fallimentare di cui però rimaniamo il perno, continueremo a combattere per il cambiamento, per non accettare passivamente un presente in cui non ci riconosciamo, con il rischio di un futuro lavorativo di cui non intendiamo far parte”.

 

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