Genova. “Le ordinanze giustificate da un ritardo dei lavori perché bloccati da una precedente ondata di Covid sono legittime, tutte le altre motivazioni non sono giustificabili dal punto di vista del quadro epidemiologico“. È l’avvertimento che il presidente ligure Giovanni Toti lancia ai sindaci che in queste ore stanno decidendo di rinviare l’apertura delle scuole al 24 settembre, cioè dopo le elezioni. “Non ne comprendo le ragioni“, ha aggiunto.
In provincia di Genova finora è stato il sindaco di Bogliasco ad aprire la strada con un provvedimento che mette in “pausa didattica” le scuole facendo saltare di fatto l’apertura il 14 settembre. Altri Comuni, come quelli della Val Trebbia e dell’alta Val Bisagno, stanno valutando se muoversi in maniera analoga.
Anci Liguria con una nota in giornata ha messo in guardia i sindaci: “Sconsigliamo vivamente di fare ordinanze se non in presenza di inagibilità della scuola in conseguenza di lavori di ristrutturazione in corso, ritardati dalla sospensione dovuta all’emergenza sanitaria, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza” oppure se “l’edificio scolastico esistente non consente di garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza sanitari vigenti, comportando una situazione di pericolo attuale per la pubblica incolumità”.
Non sono quindi legittime “motivazioni legate al costo di sanificazione, alla mancata sanificazione dei locali, allo svolgimento delle elezioni regionali e del referendum o altre motivazioni diverse, anche legate alle presunte esigenze delle famiglie degli alunni.
“Ne ho parlato col ministro della salute Speranza, anche dal punto di vista del governo c’è la volontà che si torni al più presto alla normalità scolastica. L’invito del governo è a riflettere attentamente su un’eventuale procrastinazione anche perché il quadro non è tale da giustificarlo”, ha ribadito Toti.
Poi un’accusa indiretta al governo: “Visto che la sanità è preparata, visto che il sistema del trasporto pubblico locale sarà adeguatamente preparato sarebbe opportuno comprendere la reale situazione degli istituti scolastici che dipende non da noi ma dal ministero. Continuo a leggere appelli più o meno accorati da parte del personale delle scuole, che dipende dall’Ufficio scolastico regionale, a procrastinare. Mi piacerebbe che ci fosse voce definitiva e unica che dica se il sistema è pronto. Se non è pronto ce lo dica anziché rivolgere appelli che non si capisce da chi dovrebbero essere ascoltati”.