Terzo incomodo

Regionali, Renzi a Genova con Paita e Massardo: “Ma quelli del Pd come fanno a votare Sansa?”

L'ex premier chiude la campagna elettorale al Porto Antico: "Italia Viva andrà meglio rispetto ai sondaggi"

Genova. “Noi vogliamo molto bene alla gente del Pd, ma domandiamo: come fate a votare Sansa e non Massardo?“. Mentre Matteo Salvini chiude la campagna del centrodestra a Firenze, al Porto Antico di Genova c’è Matteo Renzi, insieme al ministro Guerini ultimo big in città per sostenere la corsa quasi solitaria del professore universitario sceso in campo dichiaratamente contro l’alleanza giallorossa. Tanto che viene da chiedere all’ex premier se in Liguria l’avversario sia Toti oppure l’altro giornalista, quello sostenuto da Pd-M5s: “L’avversario è il populismo”, è la risposta lapidaria.

E così, mentre si vocifera di un possibile riavvicinamento tra Renzi e il Pd, è il leader stesso di Italia Viva a chiudere la porta prendendo come esempio proprio la situazione ligure: “Uno del Pd ligure che magari ha anche vissuto momenti di gioia e difficoltà come fa a votare Sansa che è da sempre l’uomo che ha attaccato le esperienze di governo del Pd in Liguria?”.

Vicino a Renzi c’è anche Raffaella Paita, l’ex preferita di Burlando, principale vittima della sconfitta elettorale del 2015 che consegnò la Regione proprio a Giovanni Toti. “Poco fa sono passato dal viale dove abbiamo iniziato i lavori sul Bisagno con Lella, allora ero presidente del Consiglio, Burlando era presidente della Regione: me li ricordo gli insulti che ci siamo presi. Allora domando a quelli del Pd: come fate a consegnare la vostra storia a chi vi ha sempre criticato? Mi sembra che non ci siano le condizioni per un riavvicinamento. Lo dico più che mai da Genova”.

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E quindi grazie a Massardo “per avere accettato una sfida molto complessa ma anche molto bella e affascinante”. Nessun pronostico sulle percentuali del voto (Renzi cita un famoso mago che abita nel centro storico di Genova) ma una dose molto sostanziosa di ottimismo: “Penso che i voti saranno meglio dei sondaggi – assicura l’ex premier -. Credo che un partito appena nato, che ha un anno di vita, farà un risultato decisamente superiore alle aspettative. Non pensiamo di prendere il 40% che abbiamo preso unici in Italia negli ultimi sessant’anni nel 2014, però penso che sia l’inizio di un cammino. La prima candelina sarà spenta con un ottimo risultato alle comunali, alle suppletive e alle regionali. E io spero anche in Liguria”.

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Come andrà a finire? Italia Viva e il polo della sinistra “moderata” da una parte, la coalizione giallorossa dall’altra. Uno scenario che ricorda un po’ il duello suicida Paita-Pastorino di cinque anni fa, seppur con equilibri decisamente differenti. Ma per i renziani la colpa della spaccatura è degli altri: “Da un lato c’era una candidatura espressione della società civile, con dei progetti per la Liguria, che aveva un senso secondo noi per tutto il centrosinistra. E però Pd e M5s hanno scelto di fare una cosa un po’ stravagante, mettersi assieme intorno a un candidato per il quale proviamo il massimo rispetto personale ma che politicamente rappresenta la negazione di tutto ciò che la sinistra ha fatto qui in Liguria. Questo è un errore che rafforza Toti – conclude Renzi – e che soprattutto fa capire perché è nata Italia Viva”.

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