L'analisi

Regionali, il voto a Genova: Sansa resiste grazie alle “roccaforti rosse”, crolla la Lega

La lista arancione diventa il primo partito (24,8%) e scalza il Pd dalla vetta della classifica. Tengono in parte Ponente e Valpolcevera, a Sant'Ilario vince Toti

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Genova. È meno netta nel comune di Genova la vittoria di Giovanni Toti alle regionali, ma anche all’ombra della Lanterna si registra il trionfo della lista del governatore che, con il 24,83%, diventa di fatto il primo partito della città scalzando per la prima volta il Pd dalla vetta della classifica. L’altro dato rilevante è il crollo verticale della Lega che ha perso la metà dei voti rispetto alle europee del 2019 (in quel caso, però, non c’erano gli arancioni sulla scheda).

La fotografia del voto nel capoluogo della regione vede resistere alcune roccaforti “rosse” che permettono a Ferruccio Sansa e al centrosinistra di recuperare qualche punto percentuale rispetto al risultato complessivo, toccando il 43,36% (in Liguria non arrivano al 39%) e lasciando comunque al presidente rieletto la maggioranza assoluta delle preferenze (51,73%). Il Partito Democratico, che un anno fa viaggiava al 30%, si attesta oggi al 20,4% e di fatto si riallinea alla situazione delle comunali del 2017 quando si era fermato al 19,84% (ma con l’effetto erosione della lista Crivello).

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A dirla lunga è il responso di alcune sezioni di Castelletto, quartiere della “Genova bene” che da anni si conferma come uno stabile bacino di voti per il centrosinistra. Nei dintorni della spianata Sansa vince con percentuali tra il 48 e il 49%, a San Nicola si sfiora il 56%. Completamente rosso il centro storico – tre anni fa artefice della vittoria del leghista Carratù in municipio – dove il giornalista sfonda più volte la soglia del 60%.

In Valbisagno resistono solo alcuni quartieri di storica tradizione operaia come Quezzi alta, il Biscione, Molassana e una parte di San Fruttuoso. In Valpolcevera vince Sansa (con percentuali quasi ovunque intorno al 50%) a Teglia, Bolzaneto, Pontedecimo e Begato. La zona sotto il nuovo ponte appare divisa: in via Porro prevale Sansa con il 48,3% ma molte sezioni di Campasso e Certosa (tranne la parte alta del quartiere) hanno scelto di dare fiducia a Toti.

Nel Ponente, Sampierdarena si conferma un nuovo feudo del centrodestra mentre i progressisti resistono a Sestri, nella metà orientale di Pegli, a Pra’ e – in maniera particolarmente compatta – a Voltri. Tutto “azzurro” invece il Levante con pochissime eccezioni. E tra queste non c’è Sant’Ilario dove abitano sia Beppe Grillo sia Ferruccio Sansa: qui il “padrone di casa” deve accontentarsi del 42,55% mentre Toti conquista il 53,43%.

A fare le spese dell’exploit dei totiani è senza dubbio la Lega che a livello cittadino incassa appena il 12,94% superando però il 20% in alcune zone popolari un tempo appannaggio della sinistra (Quezzi, San Teodoro, Bolzaneto per citarne alcune). Una delle possibili spiegazioni è la visibilità ottenuta dalla coppia Bucci-Toti nella vicenda ponte Morandi, un’esposizione mediatica che potrebbe aver favorito lo spostamento di voti sulla lista del presidente.

Bene anche Fratelli d’Italia (10,24%), mentre la lista civica di Ferruccio Sansa ottiene un onesto 9,76% (all’incirca è lo stesso bottino di Crivello alle comunali del 2017). Fortemente ridimensionato il Movimento 5 Stelle che a Genova viaggia all’8,59% (un po’ meglio rispetto al 7,78% regionale), mentre Forza Italia è pressoché sparita dai radar col suo 3,21%.

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