Gioiello

Oratorio di san Rocco, il piccolo tesoro della Val Bisagno a rischio crollo: raccolta firme per tutela Fai

Il piccolo edificio del XVII secolo è in corsa per diventare un "Luogo del Cuore"

Genova. Un piccolo oratorio, costruito nel 1642, per placare una diatriba tra gli abitanti di Struppa e la Repubblica di Genova “come onere di urbanizzazione”, come si direbbe oggi, per la costruzione del nuovo, oggi antico, acquedotto, quasi dimentica e che rischia di crollare, ma che da qualche giorno svetta nella classifica nell’elenco dei posti genovesi candidati a diventare “Luogo del Cuore” del Fai.

Parliamo dell’Oratorio di San Rocco, sulle alture di Struppa, che da tempo risulta in rovina, ma che è stato preso sotto l’ala protettrice dei “Fan dell’Acquedotto”, i volontari che curano appunto l’Acquedotto Storico, e ne promuovono la sua tutela.

La struttura e l’area circostante, impreziosita dalla presenza di una dozzina di cipressi secolari, sono di proprietà privata di un fondo immobiliare: il lotto comprende anche l’antico Palazzo di Gio. Battista Invrea, risalente al secolo XVIII, oggetto di una speculazione degli anni Ottanta del Novecento che ha ridotto l’antico palazzo a rudere. L’oratorio è sconsacrato ma ha svolto ancora funzioni di parrocchia nella prima metà del Novecento. L’oratorio oggi è completamente abbandonato, preda dell’incuria e del vandalismo.

Parte della copertura, a botte, è oramai crollata; una frana sul lato sinistro dell’edificio ha fatto crollare un vano laterale della costruzione e ora rischia di trascinare con sé tutto il resto dell’edificio. I muri e l’altare seicentesco presentano segni di vandalismo molto estesi. Risulta ancora leggibile la decorazione a fascioni orizzontali bianco-grigi della facciata principale nella quale spicca, sopra il portone, un rosone (anche questo oramai perduto). Gli affreschi sono ormai perduti mentre rimane leggibile una piccola porzione di sagrato lavorato con la tecnica del risseu. Lo stato di salute del complesso è quasi oramai totalmente compromesso. In assenza di un intervento nel prossimo futuro la struttura senza dubbio crollerà e andrà completamente perduta.

Per questo motivo è partita la raccolta firme per fare entrare questo piccolo gioiello, custode di una parte importante della storia della nostra città, nella lista dei beni tutelati “E che potrebbe diventare un volano unico per il turismo di Genova e di tutta la Liguria, insieme all’acquedotto – spiega Giovanni Zai, uno dei coordinatori dei volontari – unico nel suo genere in tutta la nostra regione”.

Per sostenere questa candidatura si può sottoscrive la richiesta direttamente sul sito del Fai (a questo LINK) oppure scrivendo alla pagina facebook dei Fan dell’Acquedotto. Ad oggi il piccolo oratorio è 63° nella classifica nazionale e prima nell’elenco di quelli genovesi, con oltre 1400 firme già convalidate. Ma questo tesoro, di tutti, ha bisogno di tutti.

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