La protesta

Lavoratori industria alimentare: “Da eroi al tempo del Covid, a dipendenti di serie b per rinnovo contratto”

Lo stallo sulla trattativa non è avvenuto sulla parte normativa, ma per il rifiuto di alcune associazioni datoriali di arrivare ad erogare tredici euro di incremento aggiuntivo alla retribuzione nel 2023

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Genova. Si è svolta ieri la riunione dei delegati liguri di Flai Cgil Fai Cisl Uila Uil del settore dell’industria alimentare sul rinnovo del contratto di lavoro, alla presenza del coordinatore Fai Cisl nazionale Alessandro Anselmi. Dopo 11 mesi di serrata trattativa sindacale, la maggioranza delle associazioni datoriali ha rifiutato di terminare il percorso rischiando di vanificare il buon esito del risultato. A livello nazionale il rinnovo del contratto riguarda circa 400 mila lavoratori nei vari settori della filiera.

Lo stallo sulla trattativa non è avvenuto sulla parte normativa, ma per il rifiuto di alcune associazioni datoriali di arrivare ad erogare tredici euro di incremento aggiuntivo alla retribuzione nel 2023. Il blocco della trattativa è un atto grave e meschino perché riguarda lavoratori che in piena pandemia hanno continuato a lavorare garantendo l’approvvigionamento dei generi alimentari a tutta la filiera e quindi alla popolazione. Inoltre, l’industria alimentare in Italia è cresciuta nel 2019 del 13%, soprattutto nell’esportazione dei prodotti made in Italy.

L’assemblea di Flai Cgil Fai Cisl Uila Uil Liguria ha approvato il documento sottoscritto a livello nazionale dalle Segreterie di categoria e invita lavoratrici e lavoratori del settore al blocco dello straordinario nei confronti di quelle aziende che non hanno aderito al rinnovo. A livello nazionale intanto è stato proclamato uno sciopero con manifestazione per il prossimo 9 ottobre le cui modalità a livello locale saranno definite nei prossimi giorni.

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