Progetto

La rinascita dei “giardini di plastica” non solo con cancelli e telecamere, l’architetto: “Qui come ai Luzzati” fotogallery

In attesa dei cantieri grazie a un'associazione di volontariato si organizzano campagne di pulizia e pratiche di yoga collettive, per far rivivere il parco dimenticato

giardini di plastica giardini baltimora

Genova. Il covid, lockdown, lo smart working, lo stop al consiglio regionale hanno fatto sì che tutto iniziasse un po’ in ritardo (sei mesi) e un po’ in sordina ma i tanto attesi lavori di riqualificazione dei giardini Baltimora sono già partiti. O quasi. A qualche metro di distanza da alcuni ragazzi che si esercitano in tecniche di giocoleria, un paio di persone con i cani e un solo bimbo a sfruttare gli scivoli, si intravedono transenne e reti arancioni. Alcune sono legate a opere di adeguamento antincendio della Regione. Altre no.

Il Comune di Genova, nei mesi scorsi, ha approvato un progetto da circa 360 mila euro (fondi ricavati dal decreto Sicurezza del precedente governo gialloverde) per il recupero dei cosiddetti Giardini di plastica.

Il progetto viene seguito dallo studio di architetti Pisano-Bordoni, ed è proprio Susanna Bordoni (suo anche il restyling di piazza Sarzano) a raccontarci come si svolgeranno i cantieri. “Al momento sono iniziati i lavori di tamponamento del porticato al piano terra del palazzo della Regione, qui si ricaveranno nuovi spazi fruibili ma chiusi, presidiati – dice – magari un bar e sedi di associazioni, in base a un bando pubblico, il modello di gestione sarà simile a quello dei giardini Luzzati, un modello che funziona bene”.

Nessun operaio al lavoro, ma dal Comune assicurano: “E’ questione di giorni“. Per “tamponamento” si intende “vetrata”. Tutto lo spazio ibrido del porticato – circa 900 metri quadri – sarà quindi chiuso “si eviterà che diventi ricettacolo di situazioni di illegalità e di degrado”, sottolinea l’architetto. Dopo questa prima tranche di lavori, già avviata, si passerà alla chiusura del giardino con una cancellata a tutti i varchi d’ingresso (cinque), all’installazione di una decina di telecamere di sicurezza e al miglioramento dell’impianto di illuminazione. Perché queste saranno le linee guida dell’intervento – presidio e sicurezza – e non a caso l’assessorato che segue il progetto è principalmente quello di Stefano Garassino.

La seconda tranche, già finanziata e per cui esiste il progetto esecutivo, sarà bandita a breve la gara. Quello che resta ancora da finanziare e quindi delineare in maniera concreta è tutto il capitolo del verde. L’idea del Comune è di approfittare di alcuni bandi. Si tratterebbe di recuperare tra i 100 e i 150 mila euro.

Intanto c’è chi, da tempo, porta avanti con ben altre cifre la cura di questo parco urbano. L’associazione Giardini di Plastica è nata nel 2013 “proprio con l’intento di prendersi cura dell’area verde nella sua totalità, sia per quanto riguarda gli aspetti di pulizia e mantenimento del verde e delle dotazioni di arredo urbano, sia per relazionarsi con le istituzioni al fine di intraprendere con esse un percorso di rivalutazione del parco urbano”. Si tratta di un soggetto di volontariato e, in futuro, magari in rete con altre realtà, potrebbe entrare nella gestione dello spazio.

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Da qualche tempo è partita una serie di iniziative riunite sotto il nome di “Ri-plastica” per rilanciare lo spazio in attesa della riqualificazione. Lo scorso weekend “I giardini di plastica” hanno organizzato una “battuta” di raccolta di rifiuti. Domenica prossima, 20 settembre alle 18, in collaborazione con il gruppo Yoga Solidale Genova, ci sarà una pratica collettiva gratuita. Basta presentarsi in abbigliamento comodo portando un tappetino o un telo.

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