Genova. Sul viadotto Bisagno si è tornato a lavorare, mentre sotto, i residenti son tornati a raccogliere detriti piovuti dall’alto. Questa l’estrema sintesi di quanto successo questa notte in zona Gavette, dove il gigante della A12 da oltre 50 anni risiede, in una convivenza sempre più difficile con gli abitanti del quartiere.
Come è noto, e come abbiamo più volte raccontato su queste pagine, in questi mesi partiranno i grandi cantieri in quota per sistemare il viadotto, considerato non proprio in buona salute dall’ispettore del Mit Placido Migliorino, e come avevamo avuto modo di documentare anche noi. Nelle more del progetto di ristrutturazione, sarebbe prevista la collocazione di una rete di sicurezza per evitare episodi del genere, ma ancora non è stata installata
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In queste notti, invece, sono ripresi gli interventi ai giunti delle campate, con i carri ponte che son tornati ad avvolgere l’impalcato, con gli operai intenti a rimuovere parti ammalorate sostituendole con nuovo cemento e nuovo asfalto. Ma al mattino, i residenti contano decine di detriti piovuti dal cielo, ancora una volta, per fortuna, senza aver fatto danni.
Un nuovo episodio che si aggiunge ai tanti che abbiamo raccontato in questi mesi, tra bulloni, pietre, grondaie e lame di flessibile precipitati su case, terrazzi, strade e balconi. Ed è per questo che da mesi i residenti chiedono di essere trasferiti, visto che i lavori dureranno almeno due anni.
«Sembra che le lezioni, per qualcuno, non servano a niente. La pessima manutenzione delle autostrade è sintomatica ed eloquente: ma quando vengono eseguiti i lavori, ci troviamo di fronte alla medesima incuria – commenta il consigliere regionale di Linea Condivisa Gianni Pastorino – È il caso di quanto sta avvenendo sul viadotto della Val Bisagno: non è stato installato alcun dispositivo di sicurezza per proteggere le aree abitate sottostanti. Risultato: piovono detriti e pezzi di asfalto, che mettono a repentaglio la sicurezza delle persone. Una dimostrazione impietosa del fatto che chi gestisce le nostre autostrade sembra non aver imparato nulla da quanto accaduto in questi anni».
«ASPI si rifiuta di prendere in considerazione i disagi di chi vive in questa zona – conclude – Eppure i fatti parlano chiari: solo pochi anni fa il Comune di Genova ha rimosso le panchine pubbliche poste sotto al viadotto, perché ritenute in posizione pericolosa – ricorda Pastorino -. Paradossalmente dovremmo concludere: “è pericoloso sedersi sotto al ponte; ma sotto di esso è perfettamente sicuro camminare, abitare, o allevare i figli”».