Genova. Cominceranno martedì mattina alle 10 i rilievi della polizia scientifica nell’appartamento di via Garrone dove lunedì sera Alessio Scalamandré ha ucciso il padre Pasquale al culmine di una violenta lite.
Il ragazzo, assistito dall’avvocato Luca Rinaldi, dopo tre giorni di carcere si trova ora ai domiciliari a casa di una coppia di amici della madre che potrà incontrare non appena rientrerà dalla Sardegna. Non è espliciti divieti di incontrare il fratello minore Simone (indagato in concorso a piede libero e difeso dall’avvocato Nadia Calafato), ma precauzionalmente il 20enne è ospita di altri amici di famiglia.
Nell’abitazione dove è avvenuto il delitto gli investigatori della scientifica, su incarico del sostituto procuratore Francesco Cardona Albini procederanno anzitutto all’analisi delle tracce di sangue tramite la tecnica della ‘Bloodstain pattern analysis’ che studia la forma, le dimensioni e la distribuzione delle macchie di sangue per ricostruire la dinamica di un delitto.
Nel contempo verranno cercate e analizzate tutte le impronte non solo sull’arma del delitto (il matterello) ma in tutti gli spazi dell’appartamento dove è avvenuta la colluttazione.
Con il luminol verranno infine cercate eventuali tracce di sangue non visibili anche in bagno e in cucina, locali che non sembrano essere stati interessati dalla lite che ha portato all’omicidio.
L’obiettivo finale sarà ricostruire in 3d l’intera scena del crimine per compararla con quanto dichiarato dai due ragazzi. Secondo il gip che ha concesso i domiciliari ad Alessio i due giovani “temevano per la loro incolumità” visto che il padre era padre “un uomo autoritario, minaccioso e anche manesco”.
Nonostante l’accusa mossa nei confronti di Alessio sia al momento di omicidio volontario pluriaggravato gli elementi che potrebbero emergere dalle indagini potrebbero portare a una derubricazione in omicidio preterintenzionale se non addirittura a un eccesso colposo di legittima difesa. Questa è la speranza non solo dei legali ma anche dei tanti amici che sostengono i due ragazzi. Il presidente del Municipio Federico Romeo ha già dichiarato che in caso di condanna è pronto insieme a tanti abitanti della Valpolcevera a chiedere la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.