Genova. Ha ammesso di aver colpito il padre per difendersi da un’aggressione Alessio Scalamandrè il figlio maggiore di Pasquale Scalamandrè, ucciso ieri sera con un mattarello e un cacciavite in un’abitazione di via Garrone a San Biagio in Valpolcevera.
La vittima, 62 anni, ex autista dell’Amt, si era recata a casa dei figli Alessio e Simone, di 28 e 20 anni, nonostante il divieto di avvicinamento imposto dal giudice in seguito a denunce per maltrattamenti presentate dalla moglie e dai figli stessi.
Era stato proprio Alessio ieri sera intorno alle 19.30 a chiamare il 118 dicendo di aver colpito il padre. Inutili i soccorsi. I ragazzi sono stati portati in questura dagli investigatori della squadra mobile diretta da Stefano Signoretti e interrogati per tutta la notte.
Il maggiore, di fronte al pm Francesco Cardona Albini, alla fine ha ammesso le sue responsabilità spiegando di non voler uccidere il padre ma di volersi difendere.
I ragazzi hanno dichiarato che il padre si è presentato per convincerli a ritirare la denuncia ma i toni si sono subito accesi degenerando in una lite animata.
Nell’appartamento erano evidenti i segni della collutazione. Il cadavere del 62enne è stato trovato nell’ingresso. Accanto al corpo c’era un mattarello e un cacciavite sporchi di sangue, presumibilmente utilizzati per commettere l’omicidio.
Alessio è stato arrestato per omicidio aggravato dal vincolo di parentela e dall’impiego di un’arma impropria, in concorso con il fratello minore (20 anni) segnalato in stato di libertà.