L'intervento

Mascherine a scuola per i bimbi, Bassetti: “Ipocrita chi lo pensa. Questa estate trionfo di esibizionismo”

L'infettivologo del San Martino interviene in televisione: "Il film 'metti la mascherina e fai quello che vuoi' è sbagliato"

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Genova. “Solo un ipocrita può pensare che a un bambino di 6 anni si possa tenere la mascherina per 6 o 8 ore al giorno. Basta entrare in una scuola per vedere che un bambino mette la mascherina e dopo un quarto d’ora se la leva”. A dirlo, “da genitore, prima ancora che da medico” è stato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, durante la trasmissione Agorà Estate, su Rai3.

“Uso la mascherina tutti i giorni e so bene che, soprattutto quando si parla, non è facile portala”, ha sottolineato. E d’altronde, per l’esperto, su questo tema è stata rivolta sin troppa attenzione in questi mesi. “Credo – ha precisato – che questa estate sia stato il trionfo dell’esibizionismo della mascherina. E’ andato in scena un film: mettiti la mascherina e sei tranquillo, puoi fare quello che vuoi. Ma questo è un messaggio completamente sbagliato”.

“Con la mascherina non risolviamo tutti i problemi”, ha proseguito. Per fare prevenzione contro il coronavirus, ha concluso, “ci sono una serie di comportamenti molto più importanti, come il distanziamento, il lavaggio delle mani, vaccinarsi contro l’influenza e stare a casa se abbiamo la tosse o dei sintomi respiratori”.

I numeri dell’aumento dei nuovi casi degli ultimi giorni “ci dicono che stiamo facendo tantissimi tamponi e che stiamo trovando una percentuale tra l’1-1,5% di positivi. Ci dicono che tante persone sono andati in vacanza, ma non hanno osservato le misure di prevenzione, anche perché in alcuni Paesi non erano previsti. E al ritorno sono risultati positivi”, ha aggiunto Matteo Bassetti. Uno degli errori fatti nell’ultimo mese “è che si sono confusi i due aspetti: il soggetto positivo asintomatico con il soggetto malato, ma sono due mondi diversi. Questo è un aspetto medico che va sottolineato altrimenti diamo dei numeri sbagliati”. “Che le persone ora muoiano meno è un dato di fatto”, ha aggiunto. E quanto ai 7 decessi di ieri, “vorrei capire a che cosa si riferiscono: a persone ricoverate nei mesi di agosto, di luglio, di giugno, di maggio? Sono persone morte per complicanze tardive di un Covid contratto mesi fa? Numeri dati così non hanno senso se non riempire le pagine dei giornali”.

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