Genova. Oltre mille domande di ampiamento o nuovi dehors arrivate da meta maggio a oggi agli uffici del Comune di Genova che rilasciano i permessi per l’occupazione di suolo pubblico. A presentare la domanda sono stati sia i pubblici esercizi sia gli artigiani.
E il Comune di Genova ne ha assegnato il 92-93% in tempi rapidi, potenziamento gli uffici e semplificando le procedure: “Genova è stata pioniera nella gestione dei nuovi dehors – ricorda l’assessore comunale al commercio Paola Bordilli – perché già all’inizio della pandemia avevamo capito che dovevamo trovare uno strumento per rispondere alle esigenze di distanziamento sociale che ci avrebbero accompagnato per un bel po’”.
Bar e ristoranti hanno immediatamente colto l’occasione e hanno riempito di tavolini marciapiedi e vicoli in tutta la città, spesso abbelliti con piante e fiori, che in quest’estate di emergenza Covid sono stati apprezzati da turisti ma anche da molti genovesi che preferiscono e ritengono più sicuro pranzare o cenare all’aperto.
“E’ stato un successo immenso – dice con soddisfazione Bordilli – non solo per gli operatori ma anche per i clienti”. Da via Ravecca a via San Bernardo, da piazza Colombo al levante, spesso l’operazione nata come tutela dei commercianti, che hanno dovuto ridurre i posti all’interno dei locali, ha avuto anche apprezzabili risvolti estetici: “Noi a dire il vero per non aggravare troppo di spese una categoria in difficoltà – spiega l’assessore – non avevamo posto vincoli estetici ma dal punto di vista della cura sono stati davvero tutti molto bravi dimostrando di avere a cuore la loro città”.
E se è vero che quest’anno il Comune di Genova dal canone della Cosap degli esercizi commerciali quest’anno non incasserà più di 300 mila euro anziché il milione e 200 mila euro che rimpinguava in media ogni anno le casse di Tursi, i dehors continueranno ad essere gratuiti fino a fine emergenza “quindi certamente fino a fine anno ma pensiamo di andare anche oltre” spiega Bordilli.
“L’anno scorso prima dell’emergenza avevamo cominciato a mettere mano al settore che aveva bisogno di essere rivisto sia per la lunghezza dell’iter, sia per i costi a mio avviso eccessivi. Per questo quanto l’emergenza sarà finita ne renderemo comunque più faile e meno costoso”.