Tasse

Commercio, la proposta di Salvatore: “Abolire la Tari per i due mesi e mezzo del lockdown”

"Un peso enorme e ingiusto che rischia di stroncare ogni possibilità di ripresa"

Emergenza coronavirus a Genova: mascherine, strade deserte e negozi chiusi

Genova. “La voce degli imprenditori Liguri è una sola: per i due mesi e mezzo  di quarantena non è giusto pagare l’imposta Tari. Non possiamo fare altro che schierarci pienamente dalla parte di esercenti e ristoratori”. E’ la proposta di Alice Salvatore, candidata alle regionali liguri con la lista IlBuonsenso.

“Non ha alcun senso far pagare una tassa relativa alla raccolta dei  rifiuti in un periodo in cui le attività sono rimaste completamente  ferme e quindi non hanno prodotto alcun tipo di spazzatura. Inoltre – sostiene Salvatore – una tassa come la Tari su attività che non hanno potuto fatturare è un peso enorme e ingiusto che rischia di stroncare ogni possibilità di ripresa. E nemmeno ora che la vita sta lentamente tornando alla  normalità le imprese possono sostenere questo costo: il distanziamento sociale riduce drasticamente i coperti a disposizione in un ristorante  o i clienti che possono entrare in un locale. Ne risentono gli incassi e il fatturato mensile”.

“Aldilà delle parole, delle promesse e delle passerelle, questo è un  campo di prova concreto e reale di quanto le amministrazioni pubbliche abbiamo davvero a cuore le esigenze di chi lavora. Regione deve impegnarsi a concordare con i Comuni e i fornitori del servizio di garantire la cancellazione di una tassa assurda relativamente ai due mesi e mezzo di lockdown. Da parte delle municipalizzate fornitrici del servizio di raccolta rifiuti non deve esserci nessuna rivendicazione per pagamenti di un servizio che non c’è stato. I costi fissi dei Comuni vanno anticipati dalla Regione, che naturalmente si  impegna a contrattare con lo Stato il rimborso del tutto. L’obiettivo  è manlevare immediatamente tutti i ristoratori e gli esercenti da un  costo così oneroso è ingiustificabile”, conclude.

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