Genova. Sanità? Lavoro? Cultura? Crisi dell’industria? Fondi europei? Macché. Sui social network, in questi ultimi 20 giorni di campagna elettorale, il tema caldo su cui si stanno concentrando le severe critiche di tanti commentatori è la salsa di pomodoro.
“A casa Toti è tempo di fare la salsa! E con i pomodori nostrani sarà molto più buona…
W la Liguria, le nostre tradizioni, i nostri prodotti e produttori… Mandatemi le foto!” scrive il presidente uscente Giovanni Toti postando un’immagine scattata in un mercato ortofrutticolo del ponente. Peccato che quelli in primo piano non siano pomodori perini, o fiaschetti, o di altre tipiche varietà usate nelle case dei liguri per fare la salsa, ma “cuori di bue”, più pregiati, costosi e ottimi da mangiare crudi.
Il “popolo del web” si indigna e scatena, con vari gradi di aggressività verbale. C’è chi ironizza in maniera sottile, ricordando altri scivoloni dell’esponente del centrodestra sulla cultura ligure, e chi invita Toti “a chiudere la bocca”. C’è anche chi, di contro, prende le difese del “governatore”, facendo notare che anche con i cuori di bue la salsa viene buonissima e chi sottolinea la pochezza dell’argomento in sé. Pochezza che ha però prodotto quasi 500 commenti e qualche decina di condivisione.
Toti, nel giro di un paio d’ore, risponde così, con un piatto di pomodori – e mozzarella – perché chi di salsa ferisce…
Il candidato del centrodestra e presidente uscente si riferisce ai commentatori del post precedente chiamandoli “truppe cammellate”, dando per scontato che siano sostenitori di Ferruccio Sansa. Ad ogni modo, dopo lo scambio di frecciate sui gotti di vin bianco e sulle pizze nel cartone, un’altra vetta non memorabile di questa campagna elettorale per le regionali liguri.