Genova. “Nel torrente Sturla, a Borgoratti, si è ripetuta da parte degli agenti faunistici venatori regionali, la triste pratica della cattura tramite telenarcosi di cinghiali adulti, femmine che vivevano da tempo nel greto con diversi cuccioli. Noi troviamo tutto questo inaccettabile”.
Questo l’incipit della nota stampa firmata da numerose associazioni animaliste genovesi che si scagliano con rabbia contro la gestione della fauna selvatica, in questo caso ungulati, da parte delle istituzioni cittadine e regionali.
Nel video allegato al comunicato stampa, si vede una squadra di guardie faunistiche, che, come da protocollo, intervengono per catturare i cinghiali, prima narcotizzandoli e poi utilizzando gabbie per il trasporto. “Smembrare un gruppo familiare in questo modo, non è utile né efficace: si priva il branco della figura di riferimento – sottolineano gli animalisti – lasciando numerosi cuccioli inesperti senza una guida, costretti a vagare in cerca di cibo, aumentando i rischi senza risolvere nulla. Presto altri esemplari prenderanno il posto di quello prelevato”.
Quello che non va giù alle associazioni, oltre alla pratica, è la mancanza di provvedimenti alternativi meno cruenti: “Piuttosto, si sarebbe dovuto provvedere, a recintare e proteggere quei tratti dai quali, gli animali potrebbero raggiungere la sede stradale, e a mettere in sicurezza i cassonetti dei rifiuti, con una maggiore pulizia e attrezzandoli affinché gli ungulati, non possano avvicinarsi o rovesciarli”.
“Infine, non possiamo tralasciare l’aspetto etico: è assolutamente vergognoso condannare a morte una madre, con ogni probabilità sarà già stata abbattuta o destinata a un recinto per addestramento dei cani da caccia – concludono – separandola dai propri cuccioli, che la seguivano terrorizzati, come si vede dalle riprese video, che sono state filmate e condivise sui social.
Il comunicato stampa, firmato da Associazione Zandra, Animalisti Genovesi, Noi per Pumba, Gaia Animali e Ambiente, Leidaa sez. Rapallo e Golfo Tigullio, Save the Boars, Associazione Zampatesa, Iene Vegane, Arkus, Leidaa sez. Genova, si conclude con un appello: “La fauna selvatica è Patrimonio indisponibile dello Stato, non è tollerabile che istituzioni e dipendenti pubblici, si comportino in questo modo cruento e da medioevo, eticamente vergognoso e inefficace – se non dannoso – negli effetti. Un esempio che denota violenza e incapacità nel tutelare suddetto patrimonio. Chiediamo di interrompere ogni intervento cruento di gestione della fauna selvatica, a favore di urgenti misure di prevenzione che siano strutturali ed efficaci”.