Ricerca

25 su 1000 ce la fanno, anche un genovese selezionato da Facebook per una ricerca sulla disinformazione

Sergio Splendore è docente di Comunicazione politica e giornalismo all'Università Statale di Milano, in passato ha collaborato anche con la nostra testata

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Genova. Un progetto di ricerca dell’Università Statale di Milano, guidato da Sergio Splendore, docente di Comunicazione politica e giornalismo, tra i 25 selezionati e finanziati da Facebook, su oltre mille proposte da tutto il mondo, per indagare e approfondire i temi della disinformazione sui social media, soprattutto in ambito politico. Sergio Splendore è stato per due anni collaboratore di Genova24.it prima di dedicarsi esclusivamente al mondo della ricerca.

“STOP! Selective trust originates polarization” – questo il titolo dello studio che condurranno i ricercatori della Statale – intende indagare le cause della polarizzazione delle opinioni tra i più giovani (18-19 anni), un target specifico di utenti che si trova per la prima volta a votare. Lo studio cercherà quindi di individuare le dinamiche tramite cui i più giovani acquisiscono informazioni e costruiscono le proprie scelte.

Il progetto prevede prima 60 interviste qualitative semi-strutturate ad altrettanti utenti, in un secondo momento la somministrazione di un questionario a un campione rappresentativo di giovani italiani. La ricerca è finalizzata a sviluppare, insieme al dipartimento per le Tecnologie didattiche del CNR, uno strumento adattabile a diversi social media capace di accompagnare gli utenti nelle loro “esperienze di notizie”.

Lo strumento sarà sviluppato in base ai risultati acquisiti nella prima parte della ricerca e sarà finalizzato a consigliare una “dieta mediale” plurale e che sappia effettuare controlli rispetto all’attendibilità delle notizie fruite.

“Il progetto indaga la polarizzazione tra i giovani partendo dal concetto di fiducia – spiega il responsabile del progetto, Sergio Splendore – gli utenti dei social usano delle ‘scorciatoie’ per ridurre la complessità delle informazioni che ricevono, attraverso queste scorciatoie decidono quali siano le informazioni affidabili e quali no. Ecco la ricerca raccoglie dati per comprendere come queste scorciatoie si formino, quali ragioni spingano i giovani utenti a fidarsi di una fonte e non fidarsi di un’altra”.

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