Genova. Comincerà quest’autunno il processo per il pestaggio del giornalista Stefano Origone, avvenuto in piazza Corvetto il 23 maggio di un anno fa durante gli scontri di quella giornata tra antifascisti e polizia in occasione di un comizio del partito di estrema destra Casapound.
Il sostituto procuratore Gabriella Dotto ha chiesto il rinvio a giudizio 4 poliziotti del reparto mobile di Genova. L’udienza è stata fissata il 20 ottobre alle 14 davanti al gip Silvia Carpanini.
Il giornalista stava assistendo all’arresto di un manifestante. I quattro (Fabio Pesci, Stefano Mercadanti, Angelo Giardina e Luca Baronea) sono accusati di lesioni gravi e aggravate dall’uso del manganello.
Le indagini per il pestaggio erano state affidate alla squadra mobile di Genova. Dopo l’avvio delle indagini avviate dalla squadra mobile diversi agenti del reparto si erano presentati spontaneamente in Procura. Il giornalista ha subito due interventi a una delle dita della mano sinistra e un intervento all’altra. Rientrato al lavoro solo a fine gennaio, a distanza di otto mesi non ha recuperato la piena funzionalità della mano.
Davanti al gip i poliziotti potrebbero chiedere la sospensione del processo attraverso la messa alla prova che prevede un programma di lavori socialmente utili uniti alla cosiddetta riparazione del danno, vale a dire al risarcimento almeno parziale della vittima. In alternativa potranno patteggiare la pena o affrontare il processo.
Al momento da parte del ministero dell’Interno non è stato proposto alcun risarcimento del danno al giornalista che, difeso dall’avvocato Cesare Manzitti, si costituirà parte civile, stessa scelta che ha deciso di intraprendere Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti