Genova. Ci vorranno ancora quattro anni per mettere Sturla al riparo dalle alluvioni causate dal rio Chiappeto-Vernazza che scorre tombato sotto corso Europa e via Pontetti.
È quanto emerge dal bando di gara pubblicato dal Comune di Genova per i lavori dello scolmatore e dell’adeguamento idraulico dello Sturla. Nel documento vengono indicati 1.440 giorni di cantiere e la previsione di apertura agli uffici di Tursi risulta fissata per il 30 novembre 2020. Ne consegue che l’opera, salvo ulteriori rallentamenti, sarà pronta solo alla fine del 2024.
I residenti, insomma, dovranno vivranno ancora cinque autunni con l’incubo del fango e della devastazione in mezzo a case, negozi e officine. Com’è successo nel 2011 e nel 2014, quando il corso d’acqua era letteralmente esploso aprendo una voragine sulla strada e provocando ingenti danni. Da allora alcune famiglie hanno deciso di trasferirsi altrove pur essendo proprietarie di appartamenti.
La buona notizia è che, dopo anni di ritardi, complicazioni e tentennamenti, l’iter si è sbloccato ed entro quest’anno i lavori dovrebbero partire davvero. Il bando per il primo stralcio funzionale scade il 3 settembre e vale 12,8 milioni di euro, tutti già finanziati dal piano Italia Sicura del governo Renzi. Il secondo stralcio del progetto non è ancora finanziato e prevede altri 3 milioni per un ulteriore intervento sullo Sturla nel tratto a valle.
L’opera consiste tecnicamente in un “deviatore”, una galleria di circa 700 metri che all’altezza di corso Europa capterà il rio, che nasce sulle alture di San Martino, e lo porterà direttamente nello Sturla. Il torrente a sua volta dovrà essere adeguato con nuovi argini e una maggiore ampiezza dell’alveo. Proprio per questo motivo i lavori dovranno procedere in parallelo. Se lo scolmatore fosse pronto prima del 2024, si rischierebbe un effetto imbuto col rigurgito del flusso di piena a monte.
Nel 2019 gli abitanti di Sturla erano scesi in piazza per chiedere risposte certe. A ottobre l’assessore Piciocchi in consiglio comunale annunciò l’inizio dei lavori nella primavera del 2020, poi sono arrivati altri ritardi legati a un via libera necessario da parte della Regione ma anche a lungaggini nelle procedure di esproprio.
Foto di Katarina Sevcikova