Genova. 2-1, 2-1, 2-1: non è il numero di un call center, bensì lo stesso identico risultato nelle tre partite della Sampdoria post lockdown. Tre match dagli sviluppi completamente diversi, ma che hanno messo Ranieri nelle condizioni di scendere in Puglia, negli stessi panni con cui Ettore Fieramosca affrontò la disfida di Barletta. All’epoca, tredici cavalieri per parte, ora qualcuno in più – con le nuove regole per i cambi – si daranno tenzone, per non essere disarcionati dalla Serie A.
Ranieri, costretto a rinunciare a Linetty, Quagliarella e Tonelli, porta in Salento ventiquattro giocatori (Audero, Falcone, Seculin, Augello, Bereszynski, Chabot, Colley, Depaoli, Murru, Rocha, Yoshida, Askildsen, Bertolacci, Ekdal, Jankto, Léris, Thorsby, Vieira, Bonazzoli, D’Amico, Gabbiadini, La Gumina, Maroni, Ramírez) e allo stadio di via del mare “si parrà la sua nobilitade”, nel senso che si capirà quanto sia stata giusta la sua scelta di preservare le energie del miglior giocatore (Ramírez), per averlo fresco in quel di Lecce.
Elencati sopra i convocati, proviamo anche ad entrare nella testa del mister ed individuare l’undici di partenza, schierato col 4-4-1-1; Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello; Thorsby, Vieira, Ekdal, Jankto; Ramírez; Gabbiadini.