Lecce. Allo Stadio “Via del Mare” di Lecce va in scena uno scontro diretto per la salvezza, tra i padroni di casa e la Sampdoria. I blucerchiati, che sono appaiati a quota 26 punti al Genoa, precedono i salentini di una sola lunghezza
Ranieri schiera un 4-4-1-1 mandando in campo: Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello; Depaoli, Thorsby, Ekdal, Jankto; Ramirez; Bonazzoli.
Liverani presenta il Lecce con un 5-3-1-1 così composto: Gabriel; Rispoli, Donati, Meccariello, Paz, Calderoni; Mancosu, Tachtsidis, Barak; Saponara; Falco.
Arbitra Rocchi della sezione di Firenze. Assistenti: Passeri (Gubbio) e Lo Cicero (Brescia); quarto ufficiale Fourneau (Roma 1). Var Pairetto (Nichelino); Avar Mondin (Treviso).
Prime fasi di studio; le due compagini non prendono iniziativa in maniera decisa.
Al 4° la squadra ospite reclama: cross dalla sinistra di Augello, in area Ramirez va a terra, dopo un contatto con Paz. L’arbitro lascia correre.
Al 5° azione prolungata dei blucerchiati, Depaoli calcia dal limite, ma viene murato.
Al 7° Lecce in attacco: Falco mette in mezzo, stacco di Meccariello che colpisce di testa e chiama Audero alla respinta in angolo. Sugli sviluppi del tiro dalla bandierina, la difesa sampdoriana pasticcia, ma Donati conclude malamente.
Al 9° Jankto lancia Bonazzoli, che conclude al volo: Gabriel respinge in corner.
Venticinque minuti di “non gioco” portano al cooling break di una partita in cui la paura la fa da padrona.
Al 34° su cross di Jankto, Bonazzoli cerca il goal capolavoro, in bicicletta, ma la mira è sbagliata.
Replica il Lecce con Mancosu, che serve un assist perfetto – in corridoio – per Saponara, che però non trova la palla.
Al 36° Paz mette giù Ramirez a metà campo e si becca il giallo.
Passa un minuto ed al 37° è Tachtsidis a toccare, col piede, Ramirez in area. Rocchi concede subito il rigore, confermato anche dal VAR. Va a batterlo lo stesso uruguaiano e Gabriel, con un gran tuffo, devia la bomba di Ramirez sulla traversa, ma la palla carambola ugualmente in rete. 1-0 per il Doria.
Al 41° Audero esce bene sulla testa di Saponara, che commette anche fallo sul portiere.
Al 46° Bonazzoli ci prova da lontano, ma il tiro è debole.
Nell’intervallo riscaldamento intenso per Petriccione e Babacar, che in avvio di ripresa prendono il posto di Tachtsidis e Meccariello (cambio modulo, con passaggio al 4-3-1-2), mentre Gabbiadini sostituisce Bonazzoli, “reo” di un mezzo fallo di reazione – su Donati – che avrebbe potuto lasciare la Samp in dieci, dopo pochi minuti di gioco.
Pronti via ed al 3°, Thorsby prende palla e gamba di Saponara e arriva il rigore anche per il Lecce.
Mancosu va in battuta e fa sedere Audero da una parte, mettendo palla dall’altra, partita in parità: 1-1
Al 52° una bella azione condotta in avvio da Augello, porta alla conclusione alta di Jankto.
Cresce però il Lecce ed al 53° è l’intraprendente Falco ad impegnare Audero, mentre al 54° Yoshida è bravo a deviare in angolo un tiro di Babacar.
Al 55° Ramirez spacca il Lecce in due e serve Gabbiadini, che impegna severamente Gabriel… Incredibilmente Jankto non riesce a ribattere in rete.
Ammonizione per Augello, al 57°, che ferma un contropiede di Falco.
Al 66° Mancosu strattona Ramirez in veloce ripartenza, giallo anche per lui, mentre Farias dà il cambio a Falco.
Al 70° altro cooling break.
Al 72° nuovo rigore per la Samp, Paz mette giù Depaoli e Ramirez infila la palla dove Gabriel non può arrivare; 2-1 per il Doria (ha avuto ragione il mister a farlo riposare contro il Bologna).
Ranieri mette dentro Vieira per Ekdal e Murru per Augello (il migliore della Samp con Ramirez).
Al 76° giallo per Thorsby, salterà la Spal.
All’ 81° Shakhov per Saponara ed all’83° Leris per Jankto
All’ 85° destro di Barak… in bocca ad Audero.
All’87° Vera per Calderoni, mentre Audero para in sicurezza un tiro dalla distanza di Petriccione.
Al 90° giallo per Bereszyński.
Sette minuti di recupero… troppi per le coronarie blucerchiate!
Al 92° Vera al tiro: sopra la traversa.
Alla fine, vale la locuzione latina: “mors tua, vita mea”…
Ha avuto la peggio la storia millenaria della città di Lecce, di cui la piazza Sant’ Oronzo è uno stupendo simbolo architettonico, perché a soccorrere la barca in tempesta blucerchiata, chi poteva far meglio del patrono di Genova, San Giovanni Battista (Baciccia, come nel logo del Doria), cui – sin dal ‘300 – la tradizione genovese ha affidato lo specialissimo ruolo di proteggere le navi nel mare in burrasca?