L'altro fronte

Regionali Liguria, Paita: “Sansa candidato, per noi si fa strada un percorso autonomo”

Niente ripensamenti per Italia Viva e per ora per la galassia centrista. Dialogo con Massardo e Serafini come possibili nomi alternativi

paita italia viva

Genova. La coalizione giallorossa che dovrebbe replicare quella di governo a livello regionale parte zoppa, in Liguria. Ma in fondo è già una prefigurazione di quello che sarebbe una sorta di “partito di Conte” e che vede sempre più critica la presenza in maggioranza dei renziani di Italia Viva. Così all’indomani dell’investitura di Ferruccio Sansa a candidato per il centrosinistra e per il M5s il suo percorso sembra già in salita. Perché la coalizione gli ha dato il compito di provare a convincere gli scettici, Italia Viva in primis, ma anche i centristi e poi lo zoccolo duro che avrebbe preferito altri candidati come Dello Strologo o Bandiera.

Ma dalla deputata di Italia Viva Raffaella Paita arriva già un primo, perentorio, stop. “Renzi aveva posto una sola condizione per restare nell’alleanza, e questa condizione era che il nome non fosse quello di Ferruccio Sansa”, afferma. “Non c’è una pregiudiziale nei suoi confronti come persona ma esiste una distanza culturale incolmabile rispetto a certe visioni e a certi punti del programma, a partire dal nostro sostegno alla gronda, non sarebbe possibile trovare un punto di congiunzione”, continua.

Raffaella Paita, spezzina, cinque anni fa fu sconfitta alle elezioni regionali da Giovanni Toti, candidata per un centrosinistra azzoppato che puntò anche sull’allora sindaco di Bogliasco Luca Pastorino, oggi deputato di LeU e sostenitore di Sansa candidato. “In passato ho vissuto sulla mia pelle gli effetti di una divisione – afferma – per questo ce l’abbiamo messa tutta e abbiamo anche fatto nomi che avrebbero potuto essere accettati come quello di Massardo, di Bandiera o della Furlan ma il Pd e il M5s hanno scelto per la non unità”. Non a caso Paita ha abbandonato il vertice di mercoledì sera non appena ha capito come sarebbe andato a finire.

E adesso cosa succede? Italia Viva “si prepara per un percorso sicuramente autonomo”. In queste ore il partito sta dialogando sia con l’ex preside di Ingegneria, che ha deciso di candidarsi comunque alla presidenza e con Elisa Serafini, ex assessore poi critica della giunta Bucci, convinta liberale e autrice del libro “Fuori dal Comune”. Ancora da capire, ma sembrano parimenti inamovibili, quali saranno le posizioni di altri partiti come i pizzarottiani di Italia in Comune, Centro Democratico o Alleanza Civica.

Ricapitolando, a correre contro Toti, a questo punto, ci sarebbero (già) tre diversi candidati, sempre che riescano a raccogliere le firme per poterlo fare: Ferruccio Sansa, Alice Salvatore e Aristide Massardo.

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