Economia

Non esiste un solo Bitcoin!

Non esiste un solo tipo di Bitcoin: quali sono gli altri? Quali vanno evitati?

bitcoin

Sempre più persone, negli ultimi anni, hanno deciso di iniziare ad investire in una formidabile e famosissima criptovaluta, il Bitcoin, che ha portato enormi profitti a gente da tutto il mondo, soprattutto grazie all’utilizzo di software online come TrustPedia, che permettono di fare trading online di Bitcoin e quindi di guadagnare moltissimo in poco tempo grazie ai potenti algoritmi utilizzati dal software messo a disposizione di tutti gli utenti. Tuttavia, non tutti coloro che investono in questo cosiddetto “Oro digitale” sanno che ci sono molte altre criptovalute rispetto a quella classica e che esse non sono tutte uguali.

Infatti, sono almeno 10 le diverse criptovalute che portano questo nome o che hanno, comunque, un nome simile. Queste si differenziano molto l’un l’altra ed hanno dei simboli diversi. Esiste, ad esempio, il BSV (Bitcoin Satoshi Vision) che si differenzia dal BCH (Bitcoin Cash) anche se, entrambe, nascono come differenti versioni del Bitcoin originale che tutti conosciamo. Ad ogni modo, nonostante le somiglianze che possiamo trovare tra le tante versioni esistenti, quello comunemente riconosciuto come Bitcoin è uno soltanto e il suo simbolo è BTC.

In gergo tecnico, queste versioni vengono chiamate “Fork” (biforcazioni) poiché nascono proprio da uno sdoppiamento del protocollo informatico e della blockchain che si trovano alla base di queste criptovalute. Questo sdoppiamento genera, per l’appunto, una nuova blockchain e, dunque, una criptovaluta tutta nuova. Nei casi sopracitati, il Bitcoin Cash (BCH) che risale all’agosto del 2017, rappresenta una Fork di Bitcoin (BTC). Il Bitcoin SV (BSV), invece, risale al novembre del 2018 ed è una Fork di BCH.

Nel corso del tempo, centinaia sono stati i tentativi di Fork del Bitcoin. Tuttavia, l’unico ad essere sopravvissuto sembra essere il BCH. Quasi tutti gli altri progetti iniziati con un intento evolutivo o nati dal desiderio di modificare il protocollo originale di Bitcoin, hanno fallito nel tempo e sono stati costretti a chiudere i battenti. Alcuni, invece, stanno tentando faticosamente di sopravvivere, ma il risultato è piuttosto deludente. Fra questi, citiamo il Bitcoin Gold (BTG) e il Bitcoin Diamond (BCD), anche se la loro sopravvivenza sembra essere in serio pericolo.

Molto diverso dagli esempi di cui vi abbiamo parlato, è invece il caso del Wrapped Bitcoin (WBTC) e citarlo è doveroso. Si tratta di un derivato di Bitcoin originale e quindi non di una vera e propria biforcazione. In gergo, il WBTC prende infatti il nome di token ed è indispensabile per scambiare i Bitcoin con altre cripto-valute. Le diverse blockchain, infatti, non riescono a comunicare fra loro e, dunque, non è possibile effettuare dei cambi. Il Wrapped Bitcoin nasce proprio da questa “mancanza” e si presenta come la soluzione adatta a questo grande problema. Esso è infatti in grado di replicare in maniera fedele ed esatta il valore di BTC ed emetterlo sulla blockchain di Ethereum, ossia la seconda cripto-valuta più conosciuta ed utilizzata dagli utenti di tutto il mondo.

Esistono poi anche alcuni progetti che sfruttano il nome di Bitcoin per guadagnare un po’ di credibilità, ma la loro fama è piuttosto sinistra e solleva non pochi dubbi sul loro conto. Secondo i “veterani” del BTC, sarebbe bene mantenere le distanze da questi sistemi. Per citarne alcune, dobbiamo parlare ad esempio di Bitcoin 2 (BTC2), Lightning Bitcoin (LBTC) o Bitcoin HD (BHD).

In conclusione, quando parliamo di Bitcoin è necessario verificare che si tratti di quello originale e bisogna fare attenzione a non confonderlo con le altre valute sopra citate. Questi tentativi di creare versioni differenti o repliche del sistema originale sono spesso fuorvianti e dunque dubitarne è lecito e importante.

 

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.