Genova. Che sarebbe stato l’ingorgo perfetto lo si era capito alle sei del mattino, quando le comunicazioni ufficiali hanno fatto intendere che stamattina il Ponente di Genova avrebbe avuto una sola strada a disposizione, quella più stretta e più antica, l’Aurelia insomma. Le conseguenze erano facilmente immaginabili e le previsioni hanno trovato conferma nella realtà: un enorme serpentone di auto e camion dalla Foce fino all’estremità occidentale della città.
Il collasso è totale e inesorabile. Alle 7.30 la strada Guido Rossa è già completamente bloccata: al casello di Genova Aeroporto accede solo chi è diretto in A26, tutti gli altri devono buttarsi in strada a Cornigliano e proseguire sull’unico itinerario possibile. Scene di caos e di tensione alla rotatoria di via Siffredi dove confluisce anche parte del traffico pesante proveniente da Ponente.
“Ci ho messo un’ora da via Cornigliano e devo andare fino a Pra’, ma chissà quando arriverò”, ci racconta sconsolato un camionista mentre dietro di lui un’auto suona insistentemente il clacson. Sono tantissimi i tir nella stessa situazione, obbligati a intasare la viabilità urbana per raggiungere il terminal Psa, principale snodo dei container a Genova.
Ma c’è anche chi ha altre attività e si prepara a perdere la giornata in coda. “Mi aspettano a Savona, devo andare a riparare l’impianto di condizionamento del tribunale”, ci spiega un tecnico alla guida del suo furgone. Ancora non sa cosa lo attende: “Ma che è successo, c’è di nuovo l’autostrada chiusa?”. Gli diamo noi la brutta notizia.
Sono le storie che compongono il mosaico dell’enorme danno economico generato dalle code. C’è il panettiere che deve consegnare i prodotti da Sestri a Multedo ed è in coda da un’ora. Gli artigiani della ditta edile che sono in viaggio da due ore e mezza e devono arrivare a Voltri. “Com’è la situazione? È una m…”, sintetizza uno di loro. C’è il riparatore di caldaie che ha già saltato un cliente “e forse anche il prossimo. È un dramma”
L’unica via di fuga possibile è la ferrovia. Ma in mattinata giunge notizia di un guasto sulla linea ferroviaria a Levante, ennesima iattura sulle martoriate infrastrutture della Liguria. I mezzi pubblici su gomma, viste le pochissime corsie preferenziali, subiscono la stessa sorte del traffico privato. “Sto aspettando il bus da 55 minuti, è una vergogna, vivere a Genova è impossibile. E pensare che dovevo fare solo due chilometri, facevo prima a piedi”.
Intanto non c’è traccia dei temporali previsti per cui è stata emessa l’allerta gialla, e forse anche per questo molti hanno preferito l’auto allo scooter, peggiorando ulteriormente il bilancio. Per un’altra giornata Genova si ferma, in trappola, senza via d’uscita.