Confronto

Metropolitana in via Canepari, Bucci: “Modello ponte Morandi per i disagi del cantiere”

Assemblea pubblica a Certosa, il sindaco assicura: "Non vogliamo penalizzare nessuno, ma andiamo veloci"

metro brin certosa

Genova. “Il disagio delle famiglie e soprattutto dei giovani è quello che mi preoccupa di più. Ma ponte Morandi ci ha insegnato che dobbiamo essere aperti a tutte le soluzioni”. È il sindaco Marco Bucci a rassicurare gli abitanti di Certosa riuniti nei locali della società operaia cattolica per l’assemblea pubblica convocata dal Comune sul progetto di prolungamento della metropolitana in via Canepari. Presenti anche l’assessore Campora e l’ingegnere Gambaro di Italferr che ha illustrato il progetto.

Un cantiere che graverà per tre anni sul quartiere e che porterà demolizioni (un palazzo in via Ariosto), espropri e soprattutto tanti disagi per chi continuerà ad abitare nella zona tra via Brin e piazzale Palli dove sorgerà la nuova stazione. “Non è accettabile mettere un cartello con scritto stiamo lavorando per voi e basta. Il problema non è ancora stato affrontato, ma potremmo trovare soluzioni che qualcuno non pensa neanche”, ha detto Bucci.

E allora ecco venire in soccorso il modello delle “zone concentriche” adottato per ponte Morandi: indennizzi più corposi per gli espropriati e risarcimenti per gli interferiti man mano che ci si allontana dalla zona del cantiere, con la possibilità di riconoscere un contributo per andare in affitto altrove durante il periodo dei lavori.

“Il ponte Morandi ci ha insegnato che esistevano tre diversi livelli di rimborsi – ha ricordato il sindaco -. In quel caso abbiamo lavorato ogni settimana coi comitati e il 95% erano contenti. Non è nostro obiettivo penalizzare nessuno, ma nemmeno fare cose che la legge non ci permette, altrimenti poi la Corte dei conti verrebbe a chiedere indietro i soldi ai cittadini. Ma se procederemo così riusciremo ad accontentare molte persone”.

Sugli indennizzi (e non solo) sono ancora molte le perplessità portate dagli abitanti in assemblea. Alcuni palazzi verrebbero espropriati a metà operando distinzioni tra una scala e l’altra, ad altri verrebbero riconosciute somme in base al piano dell’appartamento. A preoccupare sono le polveri, i camion, il rumore, l’inquinamento e la possibilità di restare “murati” da un cantiere decisamente impattante.

Ma la maggior parte degli aspetti tecnici troveranno una definizione compiuta solo nelle prossime settimane, quando si avrà il progetto esecutivo. E così anche la data degli sfratti veri e propri, visto che qualche abitante ha già ricevuto come scadenza il 31 dicembre. “Non ve ne andrete di lì finché non avrete avuto tutti i soldi e non saranno chiariti tutti gli aspetti, ve lo garantisco io”, ha ribadito il sindaco.

Sullo sfondo ci sono anche difficoltà di natura tecnica, visto che Rfi, nelle osservazioni al progetto sottoposto a valutazione d’impatto ambientale, ha lamentato interferenze con la linea del Campasso che sarà percorsa dai treni merci una volta potenziato il nodo ferroviario. Ma, da quanto hanno affermato Bucci e Campora, sarebbe già in corso l’interlocuzione per rendere compatibili i due progetti.

Il 17 agosto intanto scadrà il termine della gara per la progettazione esecutiva e i lavori, anticipato di circa un mese. “Vogliamo andare veloci, come abbiamo fatto col ponte”, ripete Bucci. Un modello che si ripete a pochi metri di distanza.

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